La commemorazione per gli attentati in Argentina del 1994 - foto via Getty Images

In America Latina

L'Iran è uno stato terrorista. La sentenza in Argentina, dopo 30 anni

Maurizio Stefanini

La giustizia di Buenos Aires ha stabilito che l'attentato del 1994 è stato un "crimine contro l'umanità". Morirono 85 persone, oltre 300 feriti

L’Iran è uno stato terrorista. Così ha stabilito la giustizia argentina, a trent’anni di distanza dai fatti, con una sentenza sull’attentato contro l’Associazione mutualistica israelitica argentina (Amia) in cui il 18 luglio 1994, 85 persone furono uccise e oltre 300 ferite. Nel dispositivo della sentenza, considerata definitiva e pubblicata online, la Corte federale di Cassazione penale ha definito l’accaduto “un crimine contro l’umanità”, criticando “i tentativi di insabbiamento” e assicurando che si tratta di reati imprescrittibili i cui responsabili ancora oggi possono essere perseguiti in ogni parte del mondo.
  

Due anni prima dell’attentato all’Amia, il 17 marzo 1992 un altro attacco aveva colpito l’ambasciata israeliana a Buenos Aires, provocando 29 morti, più l’attentatore suicida, e 242 feriti. I due eventi erano collegati tra di loro, ma il secondo restò più nella memoria non soltanto perché fece il triplo delle vittime, ma perché vi erano stati colpiti ebrei argentini, e non lo stato di Israele. Secondo la sentenza, i due attentati “rispondevano a un disegno politico e strategico” della Repubblica islamica dell’Iran e sono stati compiuti dall’organizzazione terroristica Hezbollah.
 

I riferimenti ai “tentativi di insabbiamento” si riferiscono ai governi con i Kirchner: Néstor tra il 2003 e il 2007; Cristina tra il 2007 e il 2015; Cristina vicepresidente con Alberto Fernández tra il 2019 e il 2023. In particolare, con Cristina Kirchner presidente il 18 gennaio 2015 il procuratore Alberto Nisman fu trovato morto a casa sua. Il giorno dopo avrebbe dovuto presentarsi al Congresso per riferire delle sue indagini molto critiche verso un memorandum di intesa che il 27 gennaio 2013 il governo aveva firmato con il governo iraniano per creare una “Commissione della verità” di inchiesta congiunta sull’attentato.

 

In particolare secondo Nisman la presidente, il ministro degli Esteri Héctor Timerman, il deputato Andrés Larroque, e i dirigenti kirchneristi Luis D’Elía e Fernando Esteche erano colpevoli di abuso di autorità e violazione dei doveri di pubblico ufficiale per aver fatto parte di un presunta “cospirazione” “progettata per fornire impunità agli accusati di nazionalità iraniana” con l’individuazione di falsi  colpevoli. Rubricata all’inizio come suicidio, la morte di Nisman è stata poi riconosciuta come omicidio. Da notare che una delle ultime decisioni del governo Fernández era stata quella di aderire ai Brics, assieme all’Iran. Come è noto, Javier Milei, una volta arrivato alla Casa Rosada, l’ha annullata. L’attuale ministro della Sicurezza di Milei, Patricia Bullrich, era uno dei deputati che aveva invitato Nisman a testimoniare al Congresso.
  

La sentenza – emessa dai giudici Carlos Mahiques, Diego Barroetaveña e Angela Ledesma – prevede una definizione trascendente del diritto alla verità delle vittime e delle loro famiglie, e la possibilità che queste facciano causa ai responsabili, tra cui la Repubblica islamica d’Iran. Nel suo voto, il giudice Mahiques suggerisce che questa rivendicazione potrebbe essere portata avanti dall’Argentina stessa, attraverso i canali diplomatici, attraverso un tribunale arbitrale o anche attraverso la Corte internazionale di Giustizia. Il giudice Mahiques ha ribadito la necessità di un processo in contumacia contro gli iraniani accusati per l’attentato all’Amia. La sentenza contiene una forte esortazione ai giudici responsabili dei relativi casi ancora pendenti e legati in vario modo all’attacco ad andare avanti più rapidamente, ma anche ai poteri esecutivo e legislativo per definire in modo veloce le politiche pubbliche in relazione all’istituzione del processo.
 

In uno dei capitoli della sentenza, intitolato “il perché del come”, Mahiques ha precisato le ragioni per cui l’Argentina è stata scelta come bersaglio di questi attacchi terroristici. E ha stabilito che è stata presa di mira in seguito alla “decisione unilaterale del governo di annullare tre contratti per la fornitura di materiale e tecnologia nucleare concordati con l’Iran, come conseguenza di un cambiamento nella politica estera”, alla fine del 1991 e a metà del 1992. Secondo lui, la risposta dello stato iraniano a quella che considerava un’intollerabile non conformità da parte dell’Argentina è stata la decisione di pianificare ed eseguire atti terroristici con esplosivi diretti contro obiettivi ebrei e americani.

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