Lo studio

Quasi la metà dei musulmani in Francia considera il 7 ottobre un atto "di resistenza"

Mauro Zanon

Un'inchiesta dell’Ifop, il più autorevole istituto sondaggistico francese, mette in luce la grande frattura tra i francesi di religione islamica e il resto della popolazione in merito al conflitto nel vicino oriente

Parigi. I massacri di Hamas lo scorso 7 ottobre? Per il 45 per cento dei francesi di confessione musulmana sono state “azioni di resistenza contro la colonizzazione” israeliana. È questo uno dei dati più inquietanti dello studio “Quels regards portent les français musulmans sur le conflit israélo-palestienien?”, condotto dall’Ifop, il più autorevole istituto sondaggistico francese. Lo studio, realizzato per la rivista Écran de veille, mette in luce la grande frattura tra i francesi di religione islamica e il resto della popolazione in merito al conflitto nel vicino oriente. “Le atrocità commesse contro i civili israeliani sembrano suscitare meno indignazione tra i musulmani”, ha dichiarato alla Tribune du dimanche François Kraus, direttore del polo Politique et Actualités dell’Ifop: “Solo una minoranza dei musulmani li qualifica come atti terroristici (29 per cento, contro una media nazionale del 54) e come crimini di guerra (26 contro 36)”. Ma c’è un altro dato che fa rabbrividire: il 19 per cento dei francesi musulmani, ossia uno su cinque, simpatizza per i terroristi di Hamas. E la percentuale sale al 24 per cento nella fascia tra i 15 e i 24 anni, addirittura al 28 per cento tra i musulmani che frequentano la moschea almeno una volta a settimana. Altra differenza rispetto ai loro compatrioti: il 62 per cento dei francesi di confessione islamica giudica appropriata l’espressione “pulizia etnica” per qualificare le operazioni degli israeliani in Cisgiordania, percentuale che scende al 38 per cento nel resto della popolazione. 

L’inchiesta si sofferma anche sul pensiero dei cittadini islamici riguardo alla posizione del governo verso il conflitto in vicino oriente. Il 58 per cento pensa che Parigi stia “più dalla parte di Israele”, contro il 20 per cento tra i non musulmani. Secondo Kraus, quest’ultimo dato è influenzato “dal divieto iniziale delle manifestazioni a sostegno dei palestinesi, dalle posizioni controverse di alcuni membri della maggioranza sul conflitto o ancora dalla promessa di Emmanuel Macron di impegnarsi in una cooperazione militare accanto a Israele”. Secondo il direttore dell’Ifop, Frédéric Dabi, ciò che è accaduto lo scorso 7 ottobre ha risvegliato in Francia “i traumatismi del 13 novembre”, giorno dell’attentato jihadista contro il Bataclan. “L’attacco contro il rave party è una sorta di Bataclan a cielo aperto”, ha dichiarato a I24news Dabi. “E’ vero che il 55 per cento dei francesi di confessione musulmana ritiene che gli attacchi del 7 ottobre siano degli attacchi terroristici o dei crimini di guerra. Ma è anche vero che c’è un 45 per cento, ossia una minoranza molto importante, che, nella sua forte permeabilità alla causa palestinese, considera gli orrori del 7 ottobre come una ‘resistenza’”, ha sottolineato il direttore dell’Ifop.

Quest’ultimo ha messo inoltre l’accento sulle responsabilità della France insoumise, il partito della sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon, nella diffusione di un certo discorso anti israeliano. Rifiutandosi di qualificare apertamente Hamas come un’organizzazione terroristica, la formazione della gauche giacobina ha dato secondo Dabi il via libera alla maggior parte dei musulmani per esprimersi contro lo stato ebraico, minimizzando o peggio negando le colpe di Hamas. Ciò che sorprende è l’assenza di reazioni da parte dagli alti responsabili della comunità islamica francese. Un silenzio che si fa assordante anche sui recenti casi di minacce ai professori. Gli ultimi due episodi sono accaduti in un istituto dell’ovest parigino, dove un’insegnante è stata accusata di islamofobia per aver mostrato ai suoi allievi il quadro “Diana e Atteone” di Giuseppe Cesari, uno dei maggiori esponenti del tardo manierismo, e in un liceo di Chesnay-Rocquencourt (banlieue parigina), dove un professore di matematica è stato minacciato di morte su Instagram da un suo allievo. Lo scorso marzo, proprio l’Ifop aveva realizzato un’inchiesta secondo cui un professore su tre è minacciato nelle scuole francesi e la maggior parte delle minacce viene da studenti di confessione musulmana.

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