Boualem Sansal - Foto Ansa

L'intervista

Boualem Sansal: “Il pericolo di attacchi agli ebrei in Europa è altissimo”

Giulio Meotti

“Per l’islamismo, Hamas è come il Saladino che sconfigge i crociati”. Parla il celebre romanziere algerino finito “su tutte le liste nere”, in patria e a Parigi, per aver firmato l’unico grande appello di personalità islamiche in difesa di Israele

“Per il mondo arabo e musulmano il 7 ottobre rappresenta una vittoria immensa, grande quanto la vittoria di Saladino contro il re di Gerusalemme che il 2 ottobre 1187 rese la città tre volte santa all’islam fino al 1948. La data va segnalata, è simbolica”. Così parla al Foglio il celebre romanziere algerino Boualem Sansal, l’autore di “2084” e altri romanzi di successo (in Francia per Gallimard, in Italia per Neri Pozza) e finito “su tutte le liste nere”, in patria e a Parigi. Sansal sull’Express ha firmato l’unico grande appello di personalità islamiche in difesa di Israele. “Il 7 ottobre ha dimostrato che Israele non era più invincibile e che un pugno di mujaheddin  poteva distruggerlo, spezzare l’unità del paese e insediare permanentemente la sua popolazione nel terrore” continua Sansal. “Ha cancellato in un colpo solo tutte le umiliazioni politiche e militari subite dagli arabi, a partire dalla ‘Nakba’ e dalle guerre perdute che seguirono del 1948, 1967 e 1973. I bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza hanno mobilitato il mondo arabo e l’opinione internazionale attorno ai palestinesi e ad Hamas, ieri vista da tutti come un’organizzazione terroristica asservita all’Iran. L’attentato del 7 ottobre ha chiuso definitivamente Israele nella trappola di infinite rappresaglie, esponendolo così alla tentazione  di ripristinare la propria invincibilità e sfuggire alla stessa umiliazione. Infine, il 7 ottobre farà uscire l’islam dal vittimismo e dalla miseria in cui è sprofondato per decenni e gli restituirà l’immagine gloriosa che aveva al tempo delle grandi conquiste dal VII al XII secolo”.

  

Israele resta, per usare le parole di un re del Marocco, l’afrodisiaco del mondo islamico. “Dopo la perdita dell’Andalusia e la caduta dell’Impero Ottomano, i musulmani hanno visto nell’occidente cristiano il responsabile della loro caduta nella divisione e nella miseria”. 

  

Ma l’umiliazione è tornata nel 1948, ci spiega Boualem Sansal. “Creando lo stato di Israele nel cuore di questo medio oriente arabo-musulmano, sostenendolo politicamente e militarmente, l’occidente ha concentrato la rabbia e la vergogna degli arabi su Israele, i cui successi si sono aggiunti alla loro sensazione di essere la vergogna del mondo. C’è poi la religione, il Corano, che condanna espressamente gli ebrei e ne ordina la distruzione, cosa che gli islamisti prendono alla lettera”. 

 

In Europa intanto gli ebrei “scompaiono”, si tolgono i simboli dell’identità, per non essere presi di mira. “L’esplosione dell’antisemitismo, un antisemitismo sempre più sfacciato, è una delle conseguenze più preoccupanti del 7 ottobre. Il rischio di attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo è rosso. Il 7 ottobre susciterà vocazioni ovunque, ogni apprendista islamista vorrà la sua guerra, la sua vittoria, i suoi ostaggi e vorrà fare, se possibile, meglio di Hamas. Il rischio di un incendio in Europa è molto grande, dobbiamo prenderlo sul serio ed evitare che  divampi perché poi nulla lo fermerà. L’Europa è troppo debole, troppo divisa, troppo incoerente per raggiungere questo obiettivo. Russi e cinesi sono alla ricerca di un aiuto per spostare l’ordine mondiale a loro favore”. 

 

Intanto pezzi dell’opinione pubblica occidentale fanno scandiscono slogan come “Palestina libera dal fiume al mare”. “C’è un adagio algerino che dice, per prendere in giro questi ricchi approfittatori, che ‘imparano le acconciature sulle teste degli orfani’” dice Sansal. “Poiché non sanno più pensare alla propria società o essa non vuole più le loro lezioni, diventano guide tra i poveri dove credono di costruire un destino profetico e di brillare a buon mercato. Questo è ciò che ha fatto la sinistra in Francia. Quando ha perso l’ancoraggio nella società, è andata a reclutare tra i migranti, dei quali in realtà non le importa, li vede solo come schede elettorali. Il danno che questi benpensanti arrecano al loro paese è immenso, essi contribuiscono a minimizzare il pericolo islamista e ne aiutano l’espansione nel loro paese. In Francia sono stati all’origine del ricongiungimento familiare degli emigranti che ebbe l’effetto di decuplicare la popolazione musulmana in Francia e di impedire il successo delle politiche di integrazione. Si formarono così dei ghetti che, nel tempo, evolsero verso l’islamismo, la radicalizzazione e il separatismo. Questi pensatori hanno dimostrato di essere molto più pericolosi per l’Europa degli islamici radicali. È anzitutto contro di loro e contro la loro ideologia, coscienza e compagnia, che dobbiamo combattere. Senza il loro aiuto, gli islamisti non potrebbero resistere alla complessità della società moderna. In Francia sono responsabili di attentati commessi da islamisti che hanno causato centinaia di morti”.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.