(foto Ansa)

editoriali

C'è spia e spia. Il caso inglese e l'attacco alla democrazia

Redazione

La Cina impara molto dalla Russia nelle sue attività di spionaggio. Eppure con l'occidente si giustifica: anche voi ci spiate, anche noi ci difendiamo

Quando il nome di una presunta spia viene rivelata – con tutte le cautele del caso – c’è sempre un messaggio dietro. Di certo la vicenda di Chris Cash, assistente parlamentare arrestato a marzo perché sospettato di lavorare sotto copertura alla raccolta di informazioni sensibili per la Cina, è un problema politico per il primo ministro inglese Rishi Sunak, accusato di essere troppo “morbido” con Pechino. Ma l’annuncio dell’arresto ha soprattutto un messaggio diplomatico, ed è l’ultimo di una serie di accuse di spionaggio tra America, Cina e altri paesi occidentali.

Da qualche mese, infatti, Pechino ha iniziato a comunicare gli arresti che avvengono nel territorio cinese per casi che riguardano lo spionaggio: un uomo di 52 anni che secondo la Cina era stato reclutato dalla Cia in Italia, un giapponese che lavorava per la filiale cinese di Astellas Pharma, anche lui arrestato a marzo per spionaggio, il giornalista cinese Dong Yuyu, arrestato per aver pranzato con un diplomatico giapponese. Infine l’ultimo caso, quello di John Shing-Wan Leung, cittadino americano di 78 anni arrestato nell’aprile del 2021.

 

Solo ieri il ministero della Sicurezza di stato ha scritto in un post sui social media che Leung era stato “reclutato dalle agenzie di intelligence americane” nel 1989 e aveva ricevuto una “medaglia al merito” per la quantità di informazioni che avrebbe raccolto. Oggi è condannato all’ergastolo. Il messaggio di queste comunicazioni è quasi sempre: anche voi ci spiate, anche noi ci difendiamo. E’ vero. Ma c’è una differenza sostanziale tra le diverse attività di intelligence: le potenze occidentali oggi cercano di fare tutto con la massima trasparenza possibile, il sistema democratico stesso stabilisce i limiti dell’operatività delle agenzie. Dall’altro lato ci sono le potenze autoritarie, impegnate sempre più chiaramente in attività di sovversione pericolose: “Influenzare e interferire attivamente nella democrazia del Regno Unito è un’accusa molto più grave”, ha scritto ieri sullo Spectator Rory Cormac, uno dei più autorevoli docenti di intelligence inglesi. E la Cina sta imparando molto dalla Russia.

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