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Le spie russe in Germania preoccupano le intelligence alleate

Federico Bosco

Le debolezze degli apparati tedeschi destano timori. L'ultimo funzionario arrestato per aver passato informazioni alla Russia è il terzo dall'inizio della guerra

Un funzionario del governo tedesco è stato arrestato in Germania con l’accusa di aver passato informazioni alla Russia. Il nome diffuso alla stampa è “Thomas H”, in linea con le normative tedesche per la tutela della privacy, molto più stringenti e rispettate che in altri paesi. Thomas H lavorava per un ufficio che si occupa delle forniture di attrezzature militari e tecnologie informatiche. Secondo le prime informazioni operava per conto proprio dopo essersi recato di sua iniziativa all’ambasciata russa a Berlino e al consolato di Bonn per offrire i suoi servizi a Mosca. L’arresto di Thomas H non è il primo caso del genere in cui sono coinvolti funzionari degli apparati tedeschi, ma almeno il terzo dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.  A fine gennaio un uomo, denominato “Arthur E”, è stato arrestato all’aeroporto di Monaco dalle autorità tedesche con l’aiuto dell’Fbi con l’accusa di coinvolgimento in un piano per trasmettere informazioni alla Russia. Arthur E tornava da un viaggio negli Stati Uniti. Qualche settimana prima (a dicembre) le autorità avevano arrestato “Carsten L”, un funzionario del servizio d’intelligence per l’estero della Germania (Bnd), con l’accusa di aver passato segreti di stato a Mosca. I due casi potrebbero essere collegati. Arthur E non lavorava per il Bnd, ma in base alle prime indagini si ritiene che sia stato lui a trasmettere le informazioni di Carsten L all’intelligence russa.  Le autorità inquirenti non hanno rilasciato altre dichiarazioni sullo sviluppo delle indagini, si sa solo che l’anzianità di servizio di Carsten L gli permetteva di accedere a diversi livelli di informazioni condivise dal Bnd con le intelligence di Stati Uniti e Regno Unito. I vertici dell’intelligence britannica in particolare sono molto contrariati, visto che forse sono state trasmesse informazioni sensibili sul campo di battaglia in Ucraina. 

 

L’arresto di Carsten L a dicembre è stato il primo arresto con l’accusa di alto tradimento di un funzionario del Bnd dall’arresto di Markus Reichel nel 2014, un agente condannato a otto anni di reclusione per aver venduto (sostanzialmente a fini di lucro) documenti riservati sia all’intelligence statunitense che  all'intelligence russa. Adesso però le relazioni tra Berlino e Mosca sono al minimo storico, i margini di tolleranza  sono diventati estremamente più stretti. 

 

A metà aprile la Germania ha espulso per sospetti di spionaggio circa 40 diplomatici russi, la Russia ha risposto con l’espulsione di oltre 20 diplomatici tedeschi, e un mese dopo ha ridotto a 350 il numero del personale tedesco ammesso nel paese espellendo di fatto centinaia di membri delle missioni diplomatiche e di altre istituzioni. Berlino ha risposto ordinando la chiusura di quattro dei cinque consolati russi in Germania. Il caso di Thomas H quindi arriva in un momento di grande preoccupazione, con la Germania che sembra destinata a diventare nuovamente il crocevia dello spionaggio. Oltre agli arresti infatti ci sono altre episodi che alimentano un clima di dubbi, sospetti, e insicurezza. A ottobre Arne Schönbohm, capo dell’Ufficio federale per la sicurezza informatica (Bsi) è stato rimosso dopo che un’inchiesta giornalistica della Zdf ha rivelato i suoi contatti con persone coinvolte con l’intelligence russa. Il mese successivo un ufficiale della riserva dell’esercito tedesco è stato riconosciuto colpevole di aver passato informazioni ai servizi segreti russi.  Qualche giorno fa il Der Spiegel ha rivelato che Vladimir Sergienko, sulla carta “solo” assistente parlamentare di Eugen Schmidt – un membro del partito di estrema destra e filorusso Afd  – era in realtà una spia al servizio del Cremlino impegnato in una campagna per rallentare la consegna di carri armati Leopard all’Ucraina. A giugno l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione  tedesca (BfV), il servizio d’intelligence interno, aveva lanciato l’allarme sull’aggressività delle operazioni di spionaggio russo. Il rapporto sottolineava che i servizi segreti russi “stanno cercando di reclutare nuove risorse in Germania”.

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