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Biden fa i conti con i tempi della guerra: le vie per il sostegno duraturo a Kyiv

Paola Peduzzi

C’è una data di scadenza all’aiuto americano all'Ucraina? Le misure del presidente per continuare a rispondere: no. I due nodi del Congresso e dell'Aia

C’è qualche cautela in più nell’atteggiamento di Joe Biden nei confronti dell’Ucraina o è tutto com’era, si difenderà Kyiv dall’aggressione russa finché sarà necessario? E’ una domanda che si ripete tra gli alleati occidentali, anche in Italia, ancor più nei giorni della visita di Giorgia Meloni a Washington. Il dibattito in America è aspro, lo è da tempo e lo sarà ancora di più visto che si apre la stagione elettorale per le presidenziali e la guerra in corso, ancor più se è una guerra lunga come potrebbe essere, è uno spartiacque consistente tra la sinistra al governo e la destra all’opposizione in America. I test della tenuta occidentale contro Vladimir Putin si moltiplicano, tra appuntamenti elettorali e stanchezza delle opinioni pubbliche, e quello americano è naturalmente il più importante. Un esempio sul dibattito aspro: cercando fra i tweet “Biden Ukraine”, ci vuole parecchia pazienza a ignorare le variazioni sul tema: è Joe Biden che dovrebbe subire un impeachment per aver fatto pressioni illecite su Kyiv in modo da salvare suo figlio Hunter invischiato in ogni genere di malefatte in Ucraina, non Donald Trump che ha rischiato di essere cacciato dalla Casa Bianca  per aver chiesto un favore a Volodymyr Zelensky di cui poi non si è fatto nulla.

 

Non è una notizia che i conservatori stiano collegando Hunter Biden alla determinazione del padre presidente a difendere l’Ucraina dall’aggressione russa (cioè: Biden deve proteggere Zelensky con ogni mezzo perché lui lo ricatta; oppure: Biden deve restituire il favore a Zelensky e quindi gli dà tutto quello che chiede), ma questa è la dimostrazione del fatto che Biden dovrà attrezzarsi bene per evitare che la sua strategia con l’Ucraina e con gli alleati occidentali non sia stravolta dal Partito repubblicano a trazione antiucraina. La propaganda su Hunter Biden è difficilmente gestibile, è una colonna portante degli attacchi a Biden già dal 2020. Ma il presidente ha la possibilità di invertire uno dei più potenti argomenti contro il sostegno all’Ucraina, che è: perché dovremmo spendere i soldi degli americani per difendere i confini dell’Ucraina e non quelli del nostro paese, tanto più che forse sono soldi buttati perché gli ucraini sono corrotti? Prima che nelle urne questa discussione si tiene e si terrà al Congresso, che è il posto in cui si concretizza la possibilità di Biden di mantenere l’impegno di aiutare Kyiv finché sarà necessario e dove anche Meloni ieri ha sottolineato l’importanza di restare al fianco dell’Ucraina. Le leggi del Congresso sulle politiche di difesa includono strumenti di supervisione degli aiuti militari, finanziari e umanitari all’Ucraina: al ministero della Difesa, al dipartimento di stato e presso l’Usaid, l’agenzia per gli aiuti internazionali, si sta già monitorando e tracciando molto materiale consegnato agli ucraini. Ce n’è tanto altro, ed è per questo che si sta facendo avanti la proposta di creare un “ispettore generale” che monitori e tracci questo aiuto. La proposta viene da parte repubblicana ed è quindi dettata dal sospetto che i soldi siano spesi male, ma anche molti democratici si stanno accorgendo che una maggiore accountability è un vantaggio, perché permette di dimostrare che il sostegno è utile e che il governo di Volodymyr Zelensky è affidabile.

 

La Casa Bianca sta investendo sul tema dell’affidabilità e della fiducia a Kyiv. Biden ha deciso di non ascoltare le resistenze del Pentagono e di condividere con la Corte penale internazionale (di cui gli Stati Uniti non fanno parte) le informazioni raccolte sui funzionari e militari russi che deliberatamente colpiscono obiettivi civili in Ucraina e che deportano forzatamente migliaia di bambini ucraini dei territori occupati. Come ha scritto Charlie Savage sul New York Times sottolineando che questa condivisione sta avvenendo senza troppi annunci, Washington collabora già con Kyiv nelle indagini sui crimini di guerra russi, ma è la prima volta che lo fa anche con la Corte dell’Aia. E’ un modo per Biden di impegnarsi su più fronti con l’Ucraina e di coinvolgere anche il Congresso, in modo da costruire una trama di consenso interno il più possibile solida che possa resistere quando negoziare internamente il sostegno all’Ucraina si farà complicato, cioè presto.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi