Il conto in banca

Le lotte anti woke sono il collante della destra brexitar-trumpiana. Nigel Farage ne ha vinta una

Paola Peduzzi

Il conto in banca dell'indipendentista britannico chiuso all'improvviso perché "xenofobo e razzista", la fonte della Bbc che smentisce ma poi si rivela "inaccurata", le dimissioni di Alison Rose, chief executive della banca. Una gran battaglia vinta per Farage: non si chiude un conto a chi ha idee diverse dalle tue

“Voglio la verità assoluta”, ha detto Nigel Farage, l’indipendentista e brexitaro più pugnace del Regno Unito, oggi presidente onorario di Reform Uk  (il nuovo nome del Brexit Party) e conduttore di una trasmissione sull’emittente Gb News. La “verità assoluta” riguarda il conto in banca di Farage presso la Coutts, la “banca dell’élite”, che è stato chiuso all’improvviso ed è diventato un caso politico: Farage ha sostenuto fin dall’inizio che la chiusura era stata dettata dal fatto che la Coutts, e ancor più la NatWest che è la banca-madre, non condividono le sue idee politiche – una cancellazione dettata dal progressismo woke. Davvero si tratta di una censura?  La Bbc ha detto: no, semplicemente Farage non rispettava i requisiti finanziari richiesti per avere un conto presso la Coutts. 

La spiegazione – che era stata pubblicata il 4 luglio – era stata fornita alla Bbc da “una fonte senior e affidabile”, ma Farage ha subito detto che non era vero e da quel momento ha messo in piedi questa battaglia per la verità contro la cancellazione woke – di cui la Bbc, essendo progressista e anti Brexit è costantemente accusata – e grazie all’alleanza con il Daily Telegraph, giornale conservatore che si è messo a indagare, questa battaglia l’ha vinta. Il 21 luglio la Bbc ha aggiornato il resoconto del 4 luglio dicendo che la notizia riportata non era “accurata”, e due giorni fa si è scusata: Simon Jack, business editor e autore dell’articolo del 4 luglio, ha ribadito che la sua fonte era affidabile, ma l’informazione che ha dato si è rivelata “incompleta e inaccurata”, “quindi mi scuso con Farage”. Deborah Turness, chief executive di Bbc News, ha scritto una lettera a Farage dicendo la stessa cosa – informazione non accurata – e scusandosi di nuovo. Nel frattempo Farage, che dice che gli è costata fatica  “riscrivere” questa storia e dimostrare quel che gli è successo, ha ottenuto un documento di quaranta pagine dalla Coutts in cui c’è scritto che la banca, preoccupata del fatto che questo suo cliente sia “xenofobo e razzista”, ha così stabilito che le sue “opinioni espresse pubblicamente” non sono “coerenti con la politica inclusiva dell’organizzazione”.

 

Quindi sì, il conto è stato chiuso per  una questione di opinioni differenti, non per i requisiti finanziari richiesti. Dame Alison Rose, chief executive della NatWest, ha definito “profondamente inappropriati” i commenti nel documento e si è scusata, ma naturalmente le scuse non sono bastate: Farage chiede un’inchiesta interna a NatWest per capire com’è che è filtrata un’informazione così sbagliata sul suo conto, e i pure i suoi dati personali. La posizione della Rose è sembrata subito molto fragile poiché la sera prima dell’articolo iniziale della Bbc era seduta di fianco a Simon Jack a una cena di beneficenza a Londra, e infatti si è dimessa, nonostante le prime rassicurazioni interne: la NatWest è per il 39 per cento di proprietà dei contribuenti britannici, la questione non è privata. 

 

 La Coutts, che è una banca più esclusiva che inclusiva,  ha come correntisti molte tra le persone più ricche del Regno Unito (il principe Andrew, che è accusato di ogni nefandezza per le sue notti di sesso con minorenni, ha fatto affari con un manager della Coutts per dire) e  difficilmente può uscire bene da una crociata in nome del capitalismo etico, come dimostrano le inchieste pubblicate in questi giorni che dimostrano, com’è inevitabile,  che certi clienti vengono esclusi non perché hanno infranto la legge o non hanno i requisiti richiesti, ma perché la pensano in un determinato modo. Da giorni i giornali di destra denunciano un complotto contro Farage e quindi contro la Brexit e contro gli anti woke orchestrato dalla sinistra anti Brexit e woke (per la stragrande maggioranza dei conservatori occidentali questi termini sono quasi sinonimi) che peraltro in queste settimane si è fidata della Bbc e quindi non ha preso le difese di Farage, anzi. Questa vittoria di Farage, sommata al solito vittimismo, ha una potenza enorme: ricompatta un fronte che  può giusto attaccarsi a questa battaglia contro la wokeness, che è il nuovo collante delle destre cosiddette trumpiane, visto che rivendicare la Brexit  non ha più senso (essendo un disastro) e visto che quella stagione ha  addentellati con la Russia di Vladimir Putin, con il quale oggi è un tantino controproducente mostrarsi in affari. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi