Santiago Abascal (LaPresse)

In Spagna

Vox fa di tutto per mettere in imbarazzo i popolari e nega (pure) la violenza sulle donne

Guido De Franceschi

Il Pp, anche nel caso di una probabile vittoria alle elezioni di luglio, avrà bisogno dell’aiuto del partito sovranista guidato da Santiago Abascal. Feijóo cerca di dissimulare, ma la difficoltà nel rapporto con i populisti si vede eccome

In vista delle elezioni politiche del 23 luglio, il Partito popolare spagnolo di centrodestra (Pp) cerca di nascondere agli occhi degli elettori la realtà dei propri inevitabili e imbarazzanti rapporti con l’estrema destra di Vox. Inevitabili perché, per poter varare un governo, anche nel caso di una sua molto probabile vittoria elettorale, il Pp avrà bisogno dell’aiuto (appoggio esterno o partecipazione all’esecutivo?) del partito sovranista e populista, guidato da Santiago Abascal, che è l’alleato iberico di “Yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy italiana, soy cristiana” Meloni (così la premier italiana in una sua infuocata allocuzione durante una manifestazione di Vox del 2021). E imbarazzanti perché la vera missione di Vox è proprio mettere in imbarazzo il Pp. Il leader del Pp, Alberto Núñez Feijóo, cerca di dissimulare l’inevitabilità di un patto con Vox. Ma la difficoltà dei popolari nei rapporti con gli ultrà di Abascal si vede benissimo. In seguito alle amministrative di maggio, in molte città e alcune regioni i due partiti hanno già accordi pronti, ma altrove, come in Estremadura, la distanza è tale che si tornerà forse al voto.

 

I socialisti punteranno la campagna elettorale solo su questo punto: se vince il Pp, vanno al governo anche gli estremisti. Intanto è proprio Vox a ricalcare la propria caricatura. Nelle recenti amministrative il candidato del partito alla presidenza della Comunidad Valenciana era Carlos Flores, condannato nel 2002 a un anno di carcere per violenze psicologiche e una catena di altre vessazioni ai danni dell’ex moglie. Quando il Pp valenciano ha deciso di fare un governo regionale insieme a Vox, Feijóo ha pestato una mina dicendo che si era trattato solo di un “divorzio duro”. In ogni caso, come vicepresidente della regione di Valencia Vox non ha indicato Flores bensì l’avvocato e torero Vicente Barrera, finora noto per aver chiesto ai suoi follower sui social un consiglio sul nome da dare al suo nuovo cavallo: Viriato, Caudillo, Escipión o Duce. Come presidente dell’assemblea regionale delle Baleari, dove Pp e Vox stanno unendosi in coalizione, i sovranisti hanno scelto Gabriel Le Senne, che un paio di anni fa twittava compiaciuto: “Il motivo per cui le donne sono tanto bellicose è perché gli manca il pene”.

 

Dopo aver cancellato, come molti partiti suoi consanguinei, le impronte delle sue (talvolta venali) amicizie putiniane, e aver sposato, pur con qualche titubanza, la linea di Kyiv, Vox continua a puntare su battaglie ideologiche: no alla “lobby lgbt”, sì all’illegalizzazione dei partiti che puntano alla disgregazione della Spagna, sì alla tauromachia, sì alla caccia, sì alle auto, no agli allarmi sul cambiamento climatico, no alla “sostituzione etnica”, no a “quest’Europa”. E, soprattutto, no alla “retorica” della violenza di genere: la violenza è violenza e basta, la violenza machista non esiste e quindi è sbagliato prendere misure specifiche contro la violenza ai danni delle donne: semmai si tratta di “violenza intrafamiliare”, ed è meglio non metterci il dito.

 

Se si pensa a un legittimo spirito controriformistico per smantellare eventuali eccessi legislativi di sapore woke, che hanno avuto come ultima manifestazione la goffa “legge del solo ‘sì’ è ‘sì’” promossa dalla ministra dell’Uguaglianza Irene Montero (una norma infelice che ha avuto l’effetto boomerang di garantire sconti di pena a centinaia di stupratori già condannati), basta rileggere le dichiarazioni del 2019 dell’allora leader di Vox in Andalusia, il giudice Francisco Serrano, all’indomani di una sentenza che aggravava la condanna per i colpevoli di un caso di stupro che aveva suscitato grande clamore: “È un siluro contro l’eterosessualità (…). Siamo di fronte al paradosso progressista secondo cui una relazione sicura tra uomo e donna avverrà solo attraverso la prostituzione. (…) D’ora in poi la differenza tra fare sesso a pagamento o gratis sarà che a farlo gratis si rischia di pagare un prezzo ancora più salato”. Poi Vox tacitò Serrano. Ma la strategia di Abascal da qui al 23 luglio resta chiara: costringere il Pp ad arrossire per dimostrarsi moderato, e, allo stesso tempo, a inseguire le accelerazioni di Vox, per non mostrarsi prono di fronte al politicamente corretto.