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Editoriali

La sinistra spagnola a denti strettissimi trova una fragile intesa

Redazione

L'accordo di Podemos con Psoe e il nuovo partito Sumar è l’unica via di Sànchez per manterene la guida del governo spagnolo. Ma ci sono ancora punti di scontro tra le parti

Per mantenere la guida del governo spagnolo dopo le elezioni del 23 luglio, il socialista Pedro Sánchez ha una sola strada: ottenere i numeri per riproporre la geometria variabile di accordi con la sinistra radicale e gli indipendentisti che ha applicato finora. Questa strada – stretta e piena di ponti pericolanti – sarebbe però stata impercorribile se i due principali movimenti alla sinistra del Psoe avessero corso separati, immolando seggi determinanti sull’altare dei distinguo. Queste due forze sono Sumar, la piattaforma creata dalla vicepremier Yolanda Díaz, che il 23 luglio avrà il suo battesimo elettorale, e Unidas Podemos, il partito erede degli “indignados”, che è reduce da una débâcle nel voto locale. La scadenza per iscrivere una coalizione alla competizione elettorale era la mezzanotte di ieri. Podemos, dopo aver consultato in extremis i suoi militanti online, ha accettato solo ieri sera di far parte della coalizione, pur continuando a rifiutare il veto di Sumar (che però tale resta) sulla candidatura della “sua” ministra dell’Uguaglianza, Irene Montero. Quest’ultima è sotto accusa, anche a sinistra, per la goffaggine con cui ha confezionato la sua legge-bandiera del “solo sì è sì” contro la violenza sulle donne: a causa di falle nella norma, circa mille tra molestatori e stupratori già condannati avranno sconti di pena. La difesa a oltranza e personalistica della Montero, che incidentalmente è la compagna di Pablo Iglesias, il “papa emerito” di Podemos, è imbarazzante per un movimento che si presenta come collegiale e iperfemminista. In ogni caso, ieri la coalizione sembrava fatta, anche se, secondo le regole del “solo sì è sì”, quello di Podemos sembrava quasi un no. “Chiedo perdono ai cittadini per tutto il fracasso causato da questo processo. Nessuno si merita una cosa così”, ha detto Alberto Garzón, candidato con Sumar. Per la sinistra spagnola le prossime settimane saranno lunghissime.

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