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Il conflitto

Israele nel terrore. E gli apache dopo vent'anni tornano su Jenin

Giulio Meotti

Terroristi palestinesi hanno aperto il fuoco contro una stazione di servizio in Cisgiordania, uccidendo quattro israeliani. Per la prima volta dalla Seconda Intifada, l'esercito isrealiano impiega gli elicotteri per soccorrere i propri soldati

“Ci sarà fauda” (caos in arabo), aveva annunciato a gennaio Mohammad Sabbagh, uno dei capi del campo profughi di Jenin che durante la Prima intifada dal 1987 al 1993 ha pugnalato a morte un soldato israeliano e scontato 23 anni in una prigione israeliana. “Questo è l’inizio”. Terroristi palestinesi hanno aperto il fuoco contro una stazione di servizio in Cisgiordania, uccidendo quattro israeliani e ferendone altri quattro, vicino all’insediamento ebraico di Eli. Altissima la tensione tra Israele e i palestinesi, con i militari di Tsahal che effettuano quasi ogni giorno incursioni in Cisgiordania, in mezzo a una serie di letali attacchi terroristici palestinesi. Lunedì sei palestinesi sono stati uccisi e cento feriti in scontri a fuoco a Jenin. Otto soldati israeliani hanno riportato ferite negli scontri dopo che è esplosa una bomba sul ciglio della strada. Dall’inizio dell’anno, gli attacchi palestinesi in Israele e in Cisgiordania hanno ucciso 24 israeliani. Un elicottero israeliano Apache ha colpito Jenin. È la prima volta dal culmine della Seconda Intifada palestinese, vent’anni fa, che l’esercito israeliano ha utilizzato elicotteri d’attacco nella città palestinese da cui, secondo le autorità israeliane, provengono almeno 23 dei 60 attentatori che hanno attaccato Israele. 

A gennaio, un raid israeliano a Jenin era finito con dieci palestinesi uccisi. Hussein al Sheikh, ministro degli Affari civili dell'Autorità palestinese, ha chiesto  alla leadership palestinese di prendere “decisioni senza precedenti” (senza elaborare). La Jihad islamica ha rivendicato due dei morti di Jenin come suoi membri. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha risposto: “Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione e colpiremo i terroristi ovunque si trovino”. Unità di paracadutisti d’élite sono entrati a Burkin nel nord della Samaria e nel campo profughi di Jenin per arrestare membri di Hamas e della Jihad Islamica. Gli scontri a Jenin hanno visto l’introduzione di armi palestinesi, comprese bombe e razzi che secondo l’esercito israeliano sono stati creati sotto la direzione e istruzioni specifiche di Hamas. “Operazione più lunga in 20 anni”. “L’operazione di Jenin verrà considerata come una pietra miliare per l’esercito non solo per il tempo impiegato a uscire dall’inghippo (l’operazione offensiva più lunga intrapresa dalla Seconda intifada), ma anche per l’introduzione di potenti IED di 40 kg che trasformano l’area in qualcosa che ricorda il sud del Libano degli anni Novanta”, ha scritto Yossi Yehoshua, corrispondente militare per il quotidiano israeliano Yediot Ahronot. Mustafa Ibrahim, analista politico palestinese affiliato alla Jihad islamica, ha elogiato i terroristi di Jenin. Il fatto che l’esercito israeliano abbia dovuto usare gli elicotteri, per la prima volta dai tempi di Ariel Sharon, per soccorrere i suoi soldati e veicoli “ha messo in imbarazzo” l’establishment di sicurezza israeliano. Sicuramente, scrive Khaled Abu Toameh sul Jerusalem Post, sono “immagini che danno l’impressione che l’operazione antiterrorismo israeliana, iniziata diversi mesi fa, non sia riuscita a sradicare i gruppi armati. Creano anche l’impressione che alcune parti della Cisgiordania, in particolare Jenin, stiano iniziando ad assomigliare alla Striscia di Gaza e al Libano”. 

In tutto questo si staglia l’ombra iraniana, primo finanziatore di Hamas e Jihad Islamica e che secondo gli esperti di sicurezza israeliani vuole “incendiare la Cisgiordania” (le Guardie rivoluzionarie iraniane forniscono tra i cento e i centocinquanta milioni di dollari al Jihad palestinese). Il ministro della Difesa  israeliano Gallant ha detto che in tutti i 75 anni di vita di Israele la sua popolazione civile potrebbe affrontare le sfide più disastrose di sempre da una potenziale guerra con l'Iran. Si stima che Hezbollah abbia accumulato tra 130mila e 150mila razzi, la cui gittata più significativa può raggiungere qualsiasi parte di Israele. Senza contare la minaccia da Gaza.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.