Il costo dell'invasione russa non è una “cifra irrisoria”. L'ex ministro Mylovanov sfata l'Economist

Tre motivi per cui Mosca nasconde le sue spese

In un lungo tweet pubblicato ieri dal presidente della Kyiv School of Economics (Kse) il professore spiega perché la stima del 3 per cento del pil russo per la guerra è troppo bassa: è più vicina all’8-10 per cento

Politico, economico e difensivo:  i tre motivi dell’Economist che spiegherebbero perché la Russia sta spendendo una “cifra irrisoria” per invadere l’Ucraina. Nonostante l’oscurità intorno al bilancio di Mosca – specialmente quello militare – secondo il settimanale britannico il costo fiscale diretto della guerra sarebbe sorprendentemente basso: 5 trilioni di rubli (67 miliardi di dollari) all’anno, ovvero il 3 per cento del pil. “Al culmine della Seconda guerra mondiale l’Unione sovietica ha speso il 61 per cento del pil.  Nello stesso periodo, l’America ha speso circa il 50 per cento del suo pil”, scrive l’Economist.

 

In un lungo tweet pubblicato ieri dal presidente della Kyiv School of Economics (Kse) ed ex ministro dell’Economia ucraino Tymofiy Mylovanov, il professore spiega perché le stime dell’Economist sono basse, e l’importo effettivo del costo bellico russo sarebbe “molto superiore”: “è molto probabile che la Russia non stia spendendo il 3 per cento del proprio pil, come riportato dall’Economist, ma qualcosa di più vicino all’8-10 per cento”. La cifra è dimostrata da Mylovanov supponendo che le spese dirette per l’esercito siano simili in Ucraina e in Russia, nonostante “ si sostiene comunemente che la parte attaccante debba spendere molte più risorse della parte che si difende”. Secondo i dati di un report del Kse  sulla spesa per la difesa ucraina, a cui il professore ha aggiunto la cifra degli aiuti alleati e di beneficenza, la cifra totale di Kyiv si aggirerebbe intorno ai 150 miliardi all’anno: è probabile quindi che “rispetto ai 67 miliardi stimati dall’Economist, la Russia abbia speso almeno lo stesso importo o forse molto di più”.

 

Se per l’Economist la cifra irrisoria è spiegata in tre motivi – il desiderio che i cittadini russi percepiscano la guerra come una limitata “operazione speciale”; l’attenzione al tenore di vita dei russi, il quale verrebbe penalizzato di fronte alle ingenti spese per la difesa, in vista delle presidenziali in Russia nel 2024; il fatto che oggi non siano più necessarie grandi spese belliche perché “spendendo molto meno rispetto al 1945 ci si può ancora comprare un esercito potente” – Mylovanov spiega perché proprio per queste motivazioni “la Russia nasconde le sue spese”. I primi due motivi politici e economici possono indurre Mosca a “sopprimere i suoi reali importi di spesa”, secondo il professore, mentre venendo ai dati per il terzo motivo, è vero che le guerre sono tecnologicamente più avanzate, ma la spesa per la difesa dei paesi occidentali, nonostante non siano in combattimento diretto, “ha superato quella della fine della Guerra fredda” aumentando del 13 per cento. 

 

Per questi motivi secondo l’ex ministro ucraino la cifra reale per la difesa russa sarebbe molto superiore al 3 per cento calcolato dall’Economist, che insieme alle sanzioni, rischia di minacciare la sostenibilità economica: “La Russia ha una storia di manipolazione delle sue statistiche pubbliche ai fini della propaganda nazionale e internazionale”. 

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