Bernard Pivot - foto via Getty Images

(1935 - 2024)

È morto il "Roi Lire" Bernard Pivot, il libraio preferito dei francesi

Mauro Zanon

L'autore, conduttore televisivo e critico letterario si autodefiniva "grattatore di teste". Era un causeur garbato che amava le idee, i libri e la bella scrittura, tanto da aver lanciato nel 1984 il Championnat de France d’orthographe

Parigi. L’ultima apparizione pubblica di Milan Kundera, nel 1984, per parlare de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, fu nel suo salotto letterario. Che non era un salotto come gli altri, era “Apostrophes”, l’appuntamento imprescindibile del venerdì sera su Antenne 2, il programma che ha fatto leggere milioni di francesi, avvicinandoli ai grandi della République des lettres. Oggi, a 89 anni, è morto Bernard Pivot, il “Roi lire” del mondo intellettuale parigino, come ha scritto il Monde, il “grattatore di teste”, come si definiva lui stesso, curioso di professione e causeur garbato che amava le idee, i libri e la bella scrittura, tanto da aver lanciato nel 1984 il Championnat de France d’orthographe. Pivot è stato il libraio preferito dei francesi, ha portato la grande letteratura sul piccolo schermo, l’ha resa speziata e saporita, accessibile a tutti i palati, ha riunito il “Tout Paris” e i francesi dei terroirs, ha avvicinato i giganti delle belles lettres alla Francia profonda, e lo ha fatto sempre con entusiasmo, leggerezza.
 

Ad “Apostrophes”, andato in onda dal 1975 al 1990, sfilarono i nomi altisonanti del Novecento: Solzhenitsyn e Nabokov, Barthes e Bourdieu, Bukowski ed Eco, Duras e Yourcenar, ma anche l’ex presidente della Repubblica, François Mitterrand, quando non era ancora stato eletto, Georges Brassens, Serge Gainsbourg, Mohamed Ali. “‘Hai inventato lo scrittore mediatico; prima di te, non lo vedevamo’, gli dissi. Ha reso popolare la letteratura. Il suo programma era un patrimonio”, ha dichiarato lo scrittore Philippe Claudel, membro dell’Académie Goncourt. Di quest’ultima, ossia del cenacolo letterario che ogni anno dal 1903 consegna il prestigioso premio Goncourt, Pivot è stato presidente dal 2014 al 2019. “Quando è entrato a far parte del nostro cenacolo nel 2014, Bernard ha messo a disposizione dell’Académie la sua insaziabile curiosità letteraria, il suo costante impegno al servizio del mondo delle lettere, nonché la sua onestà e il suo alto valore morale”, ha scritto l’Académie Goncourt, prima di aggiungere: “E’ con tenerezza, fraternità e commozione che lo ricorderemo come una persona erudita ma mai pedante, per il quale l’amicizia, il buon umore e il buon vivere erano valori importanti tanto quanto l’eccellenza letteraria”. Nel 1990, creò “Bouillon de culture”, con la u e non la o, prolungamento di quello che era “Apostrophes”.
 

Durante la trasmissione, sottoponeva i suoi ospiti a delle domande, sul modello del questionario di Proust, creando un’intimità unica. Quale è la sua parola preferita? Qual è il mestiere che non avrebbe voluto fare? Qual è il suono e il rumore che ama? Se Dio esiste, cosa vorrebbe sentirgli dire dopo la sua morte? Nel 1993, “Bouillon de culture” venne esportato anche a Roma grazie a una collaborazione tra la Cinémathèque française e Rai 2, e all’edizione italiana, tra gli altri, parteciparono Claudia Cardinale, Francesco Rosi e Gianfranco Ferrè. E pensare che il suo sogno da bambino era diventare un giornalista sportivo. “Quando ero studente al Centre de formation des journalistes, volevo andare a L’Équipe, ma si è liberato un posto al Figaro littéraire. Quel giorno si decise la mia vita”, ha raccontato nel 2007. Nato a Lione nel 1935, ha lavorato al Figaro dai suoi 23 anni ai suoi 49. Nel 1975, assieme a Jean-Louis Servan-Schreiber, ha lanciato la rivista letteraria “Lire”, tuttora in attività. Amava il calcio, il ciclismo e il buon vino, cui ha dedicato un dizionario amoroso nel 2011. Per il Beaujolais, il vino delle sue terre, ha creato nel 2009 un comitato di difesa. Quando morivano i grandi scrittori, Pivot era sempre il primo a essere chiamato dai giornalisti per un ricordo. Ai suoi amici, scherzando, diceva: “Mi chiameranno al telefono per un commento alla mia stessa morte”.

Di più su questi argomenti: