Foto Palazzo Chigi

L'Italia valuta di entrare nella jet coalition occidentale per l'Ucraina

A Hiroshima l'incontro e l'abbraccio tra Meloni e Zelensky

Giulia Pompili

La neonata coalizione per modernizzare l’attrezzatura e la capacità tecnica della Difesa aerea ucraina potrebbe avere a breve un altro membro. Gli F16 l'Italia non ce li ha, ma può addestrare i piloti. Ieri il via libera ufficiale di Biden alla fornitura

Hiroshima, dalla nostra inviata. L’Italia sarebbe pronta a entrare nella neonata “jet coalition”, la coalizione per modernizzare l’attrezzatura e la capacità tecnica della Difesa aerea ucraina chiesta dal presidente Zelensky la scorsa settimana durante il suo tour europeo. E’ quanto si apprende dai risultati delle consultazioni avvenute in queste ore a Hiroshima tra le varie delegazioni presenti al G7.

 

Solo cinque giorni fa il presidente ucraino era in visita a Roma, eppure oggi, subito dopo il suo arrivo a Hiroshima per partecipare in presenza al G7, Zelensky ha incontrato di nuovo Meloni in un faccia a faccia al Grand Prince Hotel di Hiroshima. L’Italia non ha in dotazione gli F16, quindi non può fornire gli aerei, ma l’Aeronautica italiana è considerata una delle migliori in Europa nell’addestramento aereo militare.  

 

Per ora la neonata coalizione dei jet è formata da Regno Unito, Belgio e Francia, che si sono detti disponibili ad addestrare i piloti e da Danimarca, Polonia e Paesi bassi sono pronti a inviare anche i jet. Ieri si è unito anche il Portogallo. La fornitura degli F16 all’Ucraina deve essere autorizzata dall’America, per via dell’alta tecnologia la cui esportazione va autorizzata dalla Casa Bianca. Nei giorni scorsi è aumentato il consenso anche nell’Amministrazione Biden per andare avanti nella fornitura dei caccia F16 alla Difesa ucraina, e ieri la notizia è diventata ufficiale a Hiroshima, quando alcuni funzionari americano hanno riferito che il presidente Biden aveva dato il via libera agli altri leader del G7. La “jet coalition” si sta sviluppando molto rapidamente.

 

Secondo diversi analisti militari, la fornitura di F16 alla Difesa Ucraina potrebbe cambiare radicalmente il corso della guerra. Oltre al fattore di condivisione della tecnologia, a frenare la possibilità di fornire di caccia le Forze armate ucraine c’era anche l’addestramento dei piloti: per l’F16 è molto più lungo di quello per un normale caccia. Qualche giorno fa uno scoop di Yahoo news ha rivelato un documento interno della Air Force americana che ritiene di poter addestrare a pilotare un F16 in quattro mesi.

 

Zelensky ha avuto in serata un bilaterale con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ha sottolineato come si stia “intensificando” in Europa “il sostegno militare all’Ucraina con la consegna di munizioni e la creazione di una coalizione per i jet da combattimento”.

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.