Foto di Olivier Matthys, AP Photo, via LaPresse 

Il nodo

L'Europa ha un problema con chi aggira le sanzioni contro Mosca

David Carretta

Gli Stati Uniti hanno messo nella lista nera dell'ultimo pacchetto di restrizioni diverse società con sede in Ue. “L’attuazione è responsabilità degli stati membri”, ci spiega una fonte della Commissione, che ha nominato un responsabile per verificare che tutto vada come deve 

Bruxelles. Nell’ultimo pacchetto di sanzioni americane contro la Russia del 24 febbraio, l’Amministrazione Biden ha deciso di inserire nella sua lista nera diverse società con sede in Europa e alcuni individui con passaporto italiano, tedesco e svizzero per aver aiutato il regime di Vladimir Putin ad aggirare le misure restrittive occidentali. Secondo Washington, l’imprenditore italo-svizzero, Walter Moretti, con la sua rete di soci e società, ha procurato tecnologie e attrezzature occidentali sensibili per i servizi di intelligence e l’esercito russi, nonché attrezzature per i laboratori di armi nucleari.

 

Nella lista nera americana sono finiti un altro cittadino italo-svizzero, un tedesco e quattro svizzeri. Nel documento del dipartimento del Tesoro vengono citate società di vario tipo (dalla gestione patrimoniale agli armamenti) con sede in Austria (Vend Ore Gmbh), Cipro (Veles International Limited, Hadlerco Limited e Stella Leone Limited), Bulgaria (Taerio International Ltd) e Malta (Stratton Investment Group Ltd). Quasi tutte hanno avuto un ruolo nei tentativi della Russia di eludere le sanzioni. La decisione dell’Amministrazione Biden di colpire dentro l’Ue illustra uno dei problemi nell’apparato sanzionatorio occidentale: l’incapacità o la mancanza di volontà di alcuni governi europei di far rispettare le misure restrittive. “L’attuazione è responsabilità degli stati membri”, spiega al Foglio una fonte della Commissione: “È la parte più debole del nostro sistema”.

 

L’Ue è cosciente del problema dell’elusione, ma per ora si è concentrata soprattutto sul resto del mondo, non sui complici europei della Russia. A dicembre la Commissione ha nominato l’irlandese David O’Sullivan inviato speciale per le sanzioni: il suo compito è di dialogare con i paesi terzi per garantirne l’attuazione e prevenire l’elusione. In un’intervista al Financial Times, O’Sullivan ha spiegato che l’Ue sta guardando da vicino i flussi di merci nei paesi vicini della Russia.

 

Secondo un’analisi della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Armenia e Kirgizistan hanno aumentato dell’80 per cento le importazioni dall’occidente e del 50 per cento le esportazioni verso la Russia. Il sospetto è che siano diventati piattaforme per aggirare le restrizioni. L’Ue non applica sanzioni extraterritoriali come gli Stati Uniti. Ma ha iniziato a sanzionare direttamente individui o entità di paesi terzi. L’Iran è stato il primo bersaglio per la fornitura di droni. Nel decimo pacchetto di sanzioni è finita nella lista nera la società di trasporto marittimo Sun Ship Management, con base a Dubai, per aver aiutato Mosca a eludere le sanzioni sul petrolio.

 

Dentro il territorio dell’Ue l’applicazione delle sanzioni è delegata alla buona volontà delle autorità nazionali. Alcuni governi si sono mossi con zelo, altri hanno fatto poco o nulla. Lo dimostrano i dati sui beni congelati a individui ed entità sulla lista nera. Secondo le cifre trasmesse alla Commissione a novembre, il Belgio era in cima alla classifica con 3,5 miliardi di euro di beni sequestrati, seguito da Lussemburgo (2,5 miliardi), Italia (2,3 miliardi) e Germania (2,2 miliardi). I paesi tradizionalmente più vicini alla Russia o dove sono presenti affari russi, come Grecia, Cipro e Malta, sono stati molto meno attivi.

 

A novembre l’Ungheria aveva congelato beni per appena 3 mila euro. A gennaio il governo Orbán ha poi annunciato il sequestro di 830 milioni della sussidiaria ungherese di Sberbank messa in liquidazione. Fino alla scorsa settimana, la trasmissione dei dati era volontaria. Con il decimo pacchetto di sanzioni, agli stati membri è stato imposto l’obbligo di comunicare all’Ue gli attivi della Banca centrale russa e i beni congelati o da congelare di individui ed entità. Inoltre, contro l’elusione delle sanzioni, è stato imposto un divieto di transito attraverso la Russia verso paesi terzi di merci a uso duale (militare e civile) e di armi da fuoco. Ma la Commissione non ha poteri diretti contro i governi dell’Ue che non attuano le sanzioni. Al massimo può aprire una procedura di infrazione. “Se gli Stati Uniti ci dicono che c’è un problema dentro l’Ue, andiamo a vedere di cosa si tratta. Contattiamo il governo nazionale e dialoghiamo”, spiega la fonte della Commissione: “Non possiamo fare molto di più”.