
Scambi rischiosi
Il negoziato secondo Putin è umiliare le regole internazionali
Blinken avrà una conversazione con Lavrov per discutere dell’accordo siglato sul grano che procede a stento e di uno scambio di prigionieri. “Scambio” è una parola inadeguata
L’Ucraina ha festeggiato per la prima volta il “giorno dello stato ucraino”, una celebrazione che Kyiv ha introdotto durante la guerra perché “la costruzione di uno stato, la nostra cultura, la nostra identità, il carattere ucraino hanno una storia di più di mille anni”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky. La Russia pretende che l’Ucraina sia cosa sua e che non debba esistere in autonomia – figurarsi avere un’idea di sé – e così ieri si è fatta aiutare dall’alleato bielorusso per lanciare un attacco a nord, nell’oblast di Kyiv perseguendo la sua strategia feroce contro i civili: non dovete sentirvi al sicuro mai, e in nessun luogo. E infatti c’è stato un attacco nel centro del paese e nel martoriato sud, a Mykolaïv, è stata colpita una scuola. Il resoconto potrebbe continuare ma già così è abbastanza chiaro che cosa significa per gli ucraini quella che noi chiamiamo “impasse” sul campo. Il conteggio serve anche alla diplomazia internazionale per non dimenticare con chi stiamo negoziando – ieri il Senato americano americano ha approvato una risoluzione per designare la Russia come stato sponsor del terrorismo (ci sarà anche alla Camera, ma è il dipartimento di Stato che decide).
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- Paola Peduzzi
Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi