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Editoriali

Putin ha carte deboli in mano

Redazione

Invadere l’Ucraina costa troppo per la Russia. Il gioco è a favore di Biden

Il video incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin si è concluso con due comunicati. Uno piuttosto stringato da parte degli Stati Uniti e uno più esplicativo da parte della Russia. Biden ha minacciato di punire la Russia con sanzioni “forti” in caso di aggressione militare dell’Ucraina e Putin ha detto che vuole delle garanzie da parte della Nato sul fatto che non accetterà l’Ucraina tra i suoi alleati e che non dispiegherà armi sul suo territorio. Dopo l’incontro le truppe russe ai confini di Kiev che hanno messo in allerta l’intelligence americana erano ancora lì e Mosca non intende ritirarle: “Sono in territorio russo”, ha detto Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino per la politica estera. I due, Biden e Putin, si sono detti che manterranno aperti i canali diplomatici, che è necessario parlarsi ancora, ma nulla è cambiato.

 

In Russia si è giocato molto a confrontare le immagini dei due presidenti: Joe Biden (il debole) nella situation room con i suoi consiglieri, Putin (il forte) a Sochi, da solo. Ma in questa partita a carte scoperte è facile notare che le carte più deboli le ha proprio Vladimir Putin, quello che aumenta la posta. Non soltanto perché i costi di un’invasione militare sarebbero insostenibili ma anche perché entrare militarmente in Ucraina e prendere con la forza il suo territorio o parte di esso sarebbe motivo di instabilità per decenni: gli ucraini hanno già detto la loro sui rapporti con Mosca.

 

Ai costi militari, umani e politici si aggiungerebbero le sanzioni che potrebbero colpire il rublo, il fondo sovrano russo o escludere Mosca dal sistema bancario internazionale Swift. E soprattutto colpirebbero il gasdotto Nord Stream 2: gli Stati Uniti hanno chiesto al nuovo governo tedesco rassicurazioni che il progetto verrà bloccato se la Russia deciderà di invadere l’Ucraina. Dall’altra parte Biden ha molte più ragioni per non cedere di un millimetro: ha bisogno di una vittoria internazionale, soprattutto dopo la caduta di Kabul e soprattutto dopo aver promesso di proteggere Kiev. Tra i due il più debole è Putin, anche se in stanza era da solo.

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