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L'identikit del nuovo Tory

Gregorio Sorgi

Il “Workington Man” è stato conquistato da un gruppo di deputati che ha messo l’accento sulla vita quotidiana e i suoi problemi. Ci spiega tutto l’esperto che ha lanciato questo slogan

Londra. I nuovi deputati dei Tory che hanno vinto nelle roccaforti laburiste sono dei conservatori particolari. Molti di loro provengono dalla working class e facevano tutt'altro – non i finanzieri o gli avvocati – prima di essere eletti a Westminster. Sono meno istruiti rispetto a molti compagni di partito che hanno frequentato le scuole d’élite e svolto dei lavori prestigiosi prima di entrare in politica. Lo stesso Johnson è un prodotto dell’alta borghesia britannica: ha frequentato Eton e Oxford prima di intraprendere una carriera da giornalista.

   

I nuovi parlamentari Tory invece parlano con un forte accento del nord e non usano il linguaggio pomposo di alcuni ministri usciti da Oxford. Queste differenze sociali si traducono in una diversa visione politica. “I nuovi Tory smentiscono lo stereotipo del conservatore borghese che dà priorità al taglio delle tasse e alla disciplina fiscale”, spiega al Foglio il direttore del think tank Onward, Will Tanner: “I nuovi deputati sono stati eletti in zone molte diverse rispetto ai seggi tradizionalmente di centrodestra. I Tory non vincevano da decenni in alcuni collegi e ora devono adeguarsi a questo cambiamento”.

 

I conservatori del nord danno grande importanza alla spesa sociale e all’intervento dello stato rispecchiando ciò che gli viene chiesto dalla propria constituency. I Tory appena eletti hanno sollevato gli stessi temi nei discorsi della vittoria: il trasporto locale, il sistema sanitario, gli investimenti nelle zone rurali. E ovviamente hanno tutti ripetuto lo slogan elettorale “Get Brexit done”.

   

Il giovanissimo Jacob Young, eletto nel seggio di Redcar a 26 anni, ha raccontato a un giornale locale di essersi candidato per portare a compimento la Brexit. “Il deputato in carica ha colto ogni occasione negli ultimi tre anni per bloccare l’uscita dall’Ue”, ha spiegato Young prima di ripetere il mantra elettorale: “Dobbiamo farla finita con la Brexit e realizzare il potenziale della Gran Bretagna”. 

   

   

I conservatori eletti nelle roccaforti laburiste sono il prodotto del partito di Johnson, a cui devono la loro elezione a Westminster. Ripetono gli slogan del premier e si fanno portatori della sua agenda economica e sociale. L’obiettivo della campagna elettorale dei Tory è stata la conquista delle roccaforti laburiste ed euroscettiche nel nord. Stamattina Dominic Cummings, l’architetto di questa strategia, ha detto che “gli attivisti remainer istruiti non hanno capito cosa pensa il resto della Gran Bretagna”. “I discorsi dei politici e giornalisti a Londra sono distanti migliaia di chilometri dalla pancia del paese”, ha aggiunto Cummings.

 

I Tory si sono sforzati di sedurre il “Workington man”, l’elettore tipo dell’Inghilterra profonda che non aveva mai votato per loro. “C’è stato un grande cambio nell’ideologia dei conservatori”, spiega Tanner, che ha coniato l’espressione del “Workington Man” (dal nome di una cittadina del nord Inghilterra che è naturalmente passata ai Tory): “Anziché promettere il taglio delle tasse oggi Johnson propone un aumento nella spesa sociale e nei trasporti locali”. La maggior parte dei Tory del nord dice di volere migliorare il sistema ferroviario nelle città di provincia, uno dei temi che sta più a cuore agli elettori. 

  

  
L’ex infermiere Ian Levy, eletto nell’ex roccaforte laburista di Blyth Valley, rappresenta in pieno il nuovo pensiero dominante dei Tory. Si batte da anni per estendere la linea ferroviaria al di fuori dai centri urbani e rivendica con orgoglio che i suoi antenati hanno vissuto nel paese per gli ultimi 500 anni. Il seggio di Blyth Valley è stato uno dei primi a essere scrutinati ieri sera e il risultato ha fatto tirare un sospiro nel quartier generale dei Tory.

   
Levy ha ringraziato amici e famiglia nel suo discorso, poi ha tirato un sospiro e ha confessato con imbarazzo: “Devo anche ringraziare Boris. Lunedì prenderò un treno per Londra, porterò a compimento la Brexit e costruiremo insieme un’economia più forte”. Il premier ha riconosciuto il cambiamento profondo nella base elettorale dei Tory promettendo di onorare il voto degli ex laburisti. “Dobbiamo capire il terremoto che abbiamo provocato e gestirne le conseguenze”, ha detto il premier in un discorso in mattinata: “Dobbiamo cambiare il nostro partito e capire il compito che ci hanno affidato i nostri elettori. Ce la possiamo fare”. Lo slogan alle sue spalle - “il governo del popolo”- è il primo passo. 

   

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