Siria, attentato nella città curda di Qamishlo (Foto LaPresse)

La morte di un sacerdote e la facile profezia

Redazione

Lo Stato islamico si rialza in Siria. Le colpe di Trump a un passo dalla vittoria

Facile profezia, quella che lo Stato islamico avrebbe rialzato la testa in Siria per colpa della guerra fra soldati turchi e milizie curde. Facile profezia e infatti si sta avverando. Ieri i fanatici hanno ucciso un prete siriano, padre Hanna Ibrahim, intercettato lungo una strada assieme a suo padre (anch’egli ammazzato). Gli assassini hanno sparato contro la macchina. Per provare la responsabilità dell’omicidio, lo Stato islamico ha poi postato su internet il documento preso dalle tasche del prete. E’ successo nella stessa area orientale del paese che in teoria è sotto il controllo curdo ma da un mese è travolta dallo scontro con la Turchia. E’ incredibile, è come se quando si tratta di Stato islamico fossimo bloccati nello stesso schema delle cose e ci fossimo condannati a ripeterlo e a soffrire perdite orrende. La guerra contro i fanatici non si conclude quando anche il loro ultimo edificio è espugnato – come succede nei conflitti normali. Prosegue contro le mille cellule che restano ad aspettare il momento giusto per attaccare di nuovo, prosegue con un lavoro paziente che per metà è fatto da indagini e per l’altra metà dalla ricostruzione materiale e morale di posti sconvolti da anni di traumi, prosegue con un controllo rigoroso del territorio per molti anni. Altrimenti il ciclo è destinato a ricominciare. E invece il presidente americano Donald Trump ha dato il via libera all’operazione turca contro i curdi e laddove c’era bisogno del massimo ordine è tornata l’anarchia. E nell’anarchia chi si muove benissimo? Gli squadroni della morte dello Stato islamico. C’era l’occasione di cominciare un lavoro finale di disinfestazione, è stata mancata. Non succede soltanto in Siria. Ieri il gruppo ha rivendicato anche di avere occupato un villaggio in Mozambico, sulla costa orientale dell’Africa, e di avere bruciato le case dei cristiani. I fanatici sono sempre meno, continuano a soffrire perdite e commettono molti grandi errori, ma anche l’altra parte – noi – ne commette.

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