Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta (foto LaPresse)

Il ministro Trenta e i soldati in Libia

Redazione

I missili che sfiorano gli italiani “sono molto precisi”. Sospiro di sollievo!

Oggi il Foglio ha fatto notare che il contingente italiano in Libia è sfiorato dai missili sparati dalle forze del generale Haftar contro l’aeroporto di Misurata e il governo (si fa per dire) da Roma non pronuncia nemmeno una sillaba a proposito. I bombardamenti su quel luogo sono già stati tre in dieci giorni e colpiscono a cinquecento metri dai soldati. Il contesto è una guerra civile che sconvolge il paese e in cui i governi stranieri si intromettono molto volentieri con aiuti militari. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha risposto con una dichiarazione che conferma tutto, anche se usa una definizione – “base italiana” – che il ministero della Difesa aveva finora evitato con accortezza perché la missione italiana si occupa di un ospedale da campo e non vuole sembrare altro. Comunque ecco la dichiarazione: “Negli ultimi due giorni gli aerei del generale (Khalifa) Haftar hanno colpito anche l’aeroporto di Misurata, dove si trova la base italiana. Si tratta di attacchi molto precisi, che non hanno coinvolto in alcun modo gli italiani e il nostro ospedale e tale precisione indica che certamente non siamo noi l’obiettivo degli attacchi. Noi non siamo un target per nessuna delle due fazioni”. Dopo la dichiarazione siamo rincuorati. Si tratta di attacchi “molto precisi, che non ci prendono di mira”. Droni cinesi pilotati da militari degli Emirati Arabi Uniti bombardano nel cuore della notte aerei cargo che trasportano armi e munizioni in prossimità del contingente italiano, ma adesso sappiamo che la cosa non ci riguarda. Il C-130 che doveva rifornire gli italiani non è riuscito ad atterrare ed è tornato indietro, ma tiriamo un sospiro di sollievo: non siamo noi il target per nessuna delle due fazioni. Ci chiediamo se altre nazioni tollererebbero la situazione. In pratica siamo al grado zero della politica italiana in Libia. Da qui si può soltanto risalire. Sparano sopra la testa ai soldati, ma confidiamo che i libici abbiano una buona mira e si ammazzino tra loro senza colpire il nostro contingente.

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