Ecco l'audio segreto degli accordi tra Russia e Lega

Così Mosca voleva finanziare con i proventi del greggio il partito di Salvini, il “Trump europeo”

Audio e video ©BuzzFeed News, per gentile concessione della testata (tutti i diritti riservati).

L'audio che vi facciamo sentire dura un minuto e 37 secondi ed è solo un frammento dell'intero documento a disposizione di BuzzFeed. L'incontro a Mosca è durato un'ora e 15 minuti.

Qui c'è la trascrizione completa dell'incontro


  

Una registrazione rivela come la Russia ha cercato di incanalare milioni di dollari verso la campagna elettorale della Lega. BuzzFeed News ha ottenuto l'audio di un incontro avvenuto il 18 ottobre 2018 al Metropol Hotel di Mosca in cui Gianluca Savoini, 55enne a lungo assistente di Matteo Salvini, e altri cinque uomini – tre russi e due italiani – discutevano i termini di un possibile accordo. L'obiettivo era quello di incanalare segretamente circa 65 milioni di dollari, provenienti dal petrolio russo, nelle casse della Lega. Il ministro dell'Interno italiano ha negato con forza di aver mai ricevuto denaro straniero per finanziare il suo partito.

 

      

Lo “scopo nominale” dei sei uomini – scrive Alberto Nardelli, editor per l'Europa della testata – era un accordo petrolifero; il loro vero obiettivo era minare le democrazie liberali e formare una nuova Europa nazionalista in linea con Mosca”. La registrazione rivelerebbe le elaborate manovre che le due parti erano disposte a attuare per nascondere il vero beneficiario dell'accordo: la Lega di Salvini, descritto entusiasticamente dagli interlocutori russi come il “Trump europeo”. Se si dimostrasse davvero un trasferimento di denaro, questo sarebbe una violazione della legge elettorale italiana, che proibisce ai partiti di accettare donazioni straniere.

  

BuzzFeed non è in grado di dire chi fossero i referenti russi presenti alla riunione ma nomina un italiano che si fa chiamare Luca e si descrive come un avvocato, pare vivere a Londra e lavorare per una banca d'investimento inglese. Un altro si fa chiamare Francesco, parla solo italiano, e a un certo punto viene definito scherzosamente “nonno”. Sembra essere responsabile di capire i meccanismi per fare ottenere i finanziamenti alla Lega tramite gli intermediari, così come le potenziali commissioni. Da parte russa, vengono nominati Ilya, Yuri e Andrej.

  

    

La trattativa avrebbe coinvolto un'importante compagnia petrolifera russa nella vendita di almeno 3 milioni di tonnellate di carburante nel corso dell'anno alla compagnia petrolifera italiana Eni per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari. L'acquisto e la vendita sarebbero stati fatti attraverso intermediari. I venditori avrebbero applicato una tariffa scontata alle transazioni. Lo sconto (di circa 65 milioni di dollari, secondo i calcoli forniti a BuzzFeed dagli analisti del settore) sarebbe stato segretamente incanalato verso la Lega tramite gli intermediari. I partecipanti erano chiari sul fatto che lo scopo dell'affare era quello di sostenere il partito di Salvini, in particolare la sua campagna per le Europee. “È molto semplice”, dice uno dei due italiani. “La pianificazione fatta dai nostri ragazzi è che dato uno sconto del 4 per cento, 250 mila [tonnellate] più 250 mila al mese per un anno, possono sostenere una campagna”. Gli italiani sono stati espliciti nel dire che “non contavano di fare soldi” per se stessi dall'affare. Lo scopo è “non professionale, è solo un problema politico”, dicono. “Contiamo di sostenere una campagna politica che è di beneficio, direi di reciproco vantaggio, per i due paesi”. In risposta ai russi che chiedevano una “commissione” extra, Savoini ha chiarito che gli stava bene. “Prendessero anche 400 o quel cazzo che vogliono”, dice ai suoi colleghi. “Non importa. È una garanzia. Significa che lo faranno sempre e per noi è ok”.

   

Salvini non ha partecipato alla riunione al Metropol a ottobre ma in quelle ore si trovava a Mosca: il giorno precedente ha anche pronunciato un discorso in cui denunciava le sanzioni contro la Russia, una “follia economica, sociale e culturale”, prima di un incontro con Dmitry Kozak, il vice primo ministro russo e Vladimir Pligin, un membro del partito di Putin (Russia Unita). Secondo Buzzfeed, figure di alto livello del Cremlino erano a conoscenza dei negoziati – comprese quelle che Salvini ha incontrato la sera precedente. Nel nastro si sentono i russi riferirsi all'“incontro di ieri”, senza specificare i partecipanti, e dire due volte che avrebbero dovuto fornire i dettagli al “vice primo ministro” e spiegare che speravano di ottenere “luce verde” da “Pligin” la settimana seguente. Non si può certo dire se l'accordo negoziato sia mai andato in porto né se la Lega abbia ricevuto davvero i finanziamenti. Ma la registrazione è la prima prova concreta dei tentativi clandestini di Mosca di finanziare i movimenti nazionalisti europei, con l'apparente complicità di alcune figure di spicco dell'estrema destra.

  

La trattativa al Metropol era stata raccontata per la prima volta a febbraio da Stefano Vergine e Giovanni Tizian sull'Espresso. All'epoca, il portavoce di Salvini aveva rifiutato di rispondere alle domande sulla riunione, liquidandola come “fantasia”, mentre Savoini aveva detto al giornale vicino al Cremlino Sputnik di non aver partecipato a nessuna trattativa.

    

“Vogliamo cambiare l'Europa”, dice ai russi Savoini, che la scorsa settimana ha cenato insieme a Vladimir Putin a un banchetto del governo per celebrare la visita del presidente russo a Roma. “Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia come prima, perché vogliamo avere la nostra sovranità”. Nell'audio, Savoini – che si descrive come la “connessione” tra le parti politiche italiane e russe – elenca gli “alleati” nazionalisti in tutto il continente e conclude: “Vogliamo davvero iniziare una grande alleanza con questi partiti che sono a favore della Russia”. BuzzFeed ricorda che c'è il sospetto che alcune transazioni commerciali russe con leader dell'estrema destra alleata della Lega avessero uno scopo politico nascosto: “Nel 2014 Marine Le Pen ha ricevuto prestiti per 11 milioni di euro da banche russe, inclusa una vicina al Cremlino, ma ha insistito che l'accordo era commerciale, non politico”. In vista del referendum sulla Brexit nel 2016, il co-fondatore della campagna Leave.EU, Arron Banks, avrebbe “discusso di accordi di investimento in oro e diamanti tramite l'ambasciata russa a Londra, promettendo profitti enormi. Banks, che è attualmente indagato dalla National Crime Agency del Regno Unito, ha detto che alla fine ha rifiutato le offerte. Il leader del partito di estrema destra austriaco Fpö, Heinz-Christian Strache, è stato costretto a dimettersi a maggio scorso dopo essere stato filmato” a promettere lauti appalti e prezzi più che buoni nei grandi affari nazionali a una presunta investitrice russa in cambio di un aiutino putiniano per arrivare primi alle elezioni imminenti, magari comprando un giornale e riconvertendolo rapidamente alla bisogna.

   

Il 13 settembre 2018, BuzzFeed aveva esaminato anche i documenti della procura di Genova e aveva raccontato dettagli dei contatti tra Savoini e una delle dieci persone accusate dai magistrati italiani di reclutare e finanziare i mercenari di estrema destra nella regione del Donbass, in Ucraina orientale.

 

Di più su questi argomenti: