L'ex premier sloveno chiede al Ppe di non votare su Orbán. La lettera in esclusiva
I popolari sono divisi sull'espulsione del premier ungherese. I paesi di Visegrád vogliono salvarlo e accusano Juncker di indebolire la candidatura di Weber
L'ex primo ministro sloveno e leader del Partito democratico, Janez Janša, sottolinea i rischi di una possibile espulsione di Orbán dal Ppe in una lettera di cui Il Foglio è entrato in possesso in esclusiva. L'ex premier sloveno ha scritto al presidente del Ppe, Joseph Daul, che “se votiamo su Orbán (il voto è in programma domani, ndr), andiamo incontro a un'inevitabile spaccatura nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee”. “Una divisione nel Ppe”, prosegue Janša, “metterebbe in pericolo la nostra vittoria alle elezioni, riducendo le probabilità che il nostro candidato Manfred Weber diventi il presidente della Commissione europea”. Janša sostiene che il presidente attuale, Jean-Claude Juncker, abbia tradito la risoluzione approvata dal Ppe al congresso di Helsinki lo scorso ottobre, che aveva promesso di affrontare la questione Orbán non prima delle elezioni europee. “Nonostante questa promessa – scrive Janša nella sua lettera – è stato Juncker (che essendo presidente della Commissione dovrebbe restare lontano dalle questioni partitiche) a chiedere l'espulsione di Orbán”. Janša allude al fatto che Juncker stia tentando di indebolire la candidatura del suo probabile successore alla presidenza della Commissione europea, Manfred Weber: “Abbiamo approvato la nomina di Weber come candidato alla Commissione ma Juncker, dopo il congresso, ha detto in un'intervista a Le Soir che era troppo presto per sostenere Weber come suo successore. Dov'è la lealtà in questo caso?”.
Fonti del Ppe confermano al Foglio che molti dei partiti popolari dell'Est europa sono d'accordo con Janša, e vorrebbero evitare il voto sull'espulsione di Orbán. Tuttavia, i vertici del Ppe non hanno mostrato alcun segno di ripensamento, e sono convinti ad andare avanti col voto.
Molti sperano in un compromesso tra le varie correnti del partito per evitare una frattura a poche settimane dalle elezioni europee. Un'ipotesi di mediazione sarebbe quella di proporre una mozione per sospendere Orbán e rinviare la discussione sulla sua possibile espulsione dopo le elezioni di maggio. Il Ppe è diviso tra i paesi del nord che hanno chiesto l'espulsione del premier ungherese e i paesi dell'Est che lo difendono temendo una rottura nel gruppo di Visegrád. La delegazione più numerosa nell'Assemblea politica del Ppe appartiene ai cristiano-democratici tedeschi della Cdu e della Csu, i cui voti sposteranno gli equilibri. Tuttavia, il partito guidato da Annegret Kramp-Karrenbauer ancora non ha detto cosa voterà. Nella sua lettera, Janša ha attaccato la politica dell'accoglienza della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Sul tema dell'immigrazione dal 2015 Orbán ha avuto ragione e Merkel ha avuto torto. Su questo non c'è dubbio”.
tra debito e crescita