Un anno di fake news, in compagnia dei troll russi
Dalla Crimea alle elezioni americane fino ai vaccini e al caso Skripal. La macchina della disinformazione del Cremlino si è data molto da fare
Dalle elezioni americane all'intervento in Crimea, passando per l'avvelenamento di Skripal. Ecco una panoramica in cifre di come le operazioni di influenza russe hanno cercato di dividere le società occidentali nell'ultimo anno.
La fabbrica dei troll
I troll russi su internet sembrano aver prosperato nel 2018. Sulla base delle informazioni fornite da Twitter, i ricercatori statunitensi sono stati in grado di stimare che la disinformazione viaggia 6 volte più velocemente della verità sul social network. Uno studio, pubblicato su Science, condotto dal Massachusetts Institute of Technology, è stato il più grande del suo genere finora: ha analizzato tutte le principali notizie controverse pubblicate in inglese nei 12 anni di vita di Twitter – significa 126.000 storie – e ha sottoposto i suoi risultati al controllo e alla verifica di sei organizzazioni indipendenti di fact checking. Il risultato? I tweet contenenti informazioni false raggiungono in media 1.500 persone sei volte più velocemente dei tweet precisi. Un altro risultato rilevato è che i messaggi contenenti disinformazione hanno il 70 per cento in più di probabilità di essere ritwittati rispetto a messaggi veritieri.
Non c'è da stupirsi se la Internet Research Agency (in russo Agenstvo internet-issledovanij), la fabbrica di troll con sede a San Pietroburgo, si è trasferita quest'anno in un nuovo ufficio di 12.000 metri quadrati , risalendo dal loro spazio di lavoro di 4.000 metri quadrati.
2013
E’ l’anno in cui sono iniziate le campagne di disinformazione russa all’estero. Ma è stato con l’elezione di Donald Trump nel 2016 che gli sforzi dei troll sono aumentati sensibilmente.
6
Uno studio fatto dal Massachusetts Institute of Technology dimostra che la velocità a cui viaggia la disinformazione su Twitter è 6 volte maggiore rispetto alle notizie verificate.
9
Su Twitter, usando la lingua inglese, i troll russi riescono a generare un coinvolgimento 9 volte superiore a quando usano quella russa. Insomma, le loro campagne di informazione funzionano meglio all’estero che in Russia.
70 milioni
Sono gli account che Twitter ha sospeso, solo tra maggio e giugno del 2018, perché sospettati di essere usati in campagne di disinformazione.
Ma quali campagne di disinformazione hanno riscosso maggiore successo?
Le elezioni in occidente
13
I cittadini russi sono accusati di essere coinvolti nella campagna di disinformazione che avrebbe influenzato il voto degli americani alle presidenziali del 2016.
75 mila
In Francia, Emmanuel Macron ha fatto approvare una legge che impone alle piattaforme tech di rendere pubblici i nomi dei propri finanziatori. Rischiano altrimenti di essere multate con penali fino ai 75 mila euro.
50 milioni
Ancora più stringente è la legge tedesca: la multa arriva a 50 milioni di euro se le compagnie tech non rimuovono entro 24 ore i post che contengono fake news o che incitano all’odio.
Crimea
Si parte dalla falsa notizia diffusa dai troll russi su un canale lungo 120 km costruito dall’Ucraina per tagliare in due la Crimea dal resto del paese controllato da Kiev.
10 mila
Lo scorso giugno media russi hanno anche accusato l’esercito ucraino di avere ucciso 10 mila persone nei territori controllati da Mosca. Il numero è falso: secondo l’Onu, quello riportato dai russi è il numero delle vittime complessive nell’Ucraina orientale, non quello delle vittime filtrasse.
MH17
Secondo i media russi, gli Stati uniti non avrebbero mai diffuso alcuna immagine satellitare in grado di provare le responsabilità di Mosca per l’abbattimento del volo della Malaysia Airlines, avvenuto 4 anni fa nell’est dell’Ucraina. La notizia è falsa: Washington ha diffuso le foto appena 5 giorni dopo la tragedia.
Vaccini
Sono uno dei pezzi forti della campagna di disinformazione russa. Il 93 per cento dei tweet che definiscono pericolosi i vaccini arrivano da account sospetti. Inclusi quelli di troll del Cremlino.
Skripal
Secondo un sondaggio del Levada Centre, solo il 3 per cento dei russi crede che la spia Sergei Skripal e sua figlia siano stati avvelenati dai russi. Del resto il 46 per cento dei russi dice di non sapere nulla della primavera di Praga del 1968. La disinformazione russa insomma ha effetti enormi in patria.
la sconfitta del dittatore