Luca da Leida, partita a scacchi, 1518

Le interferenze russe nel mondo degli scacchi

Micol Flammini

Oggi verrà eletto il nuovo presidente della World Chess Federation. Uno dei candidati è russo e il Times parla di “meddling”

Dove c’è uno scontro politico c’è la Russia. Dove ci sono elezioni ci sono interferenze, solitamente russe. E’ una realtà alla quale ci siamo talmente abituati che scoprire che alle prossime europee, a marzo del 2019, potrebbero ripresentarsi troll, hacker e bot, tutti russi, non sorprende quasi più. Eppure le ingerenze non finiscono qui, non si limitano alla politica e in uno dei campi in cui, bisogna ammetterlo, i russi hanno sempre fatto la storia, sembra ci sia stato l’intervento di Mosca. La Federazione internazionale degli scacchi, la Fide, oggi dovrà eleggere il suo presidente e secondo il quotidiano britannico Times i russi hanno cercato di interferire e di imporre il loro candidato.

I candidati

La sfida è tra Georgios Makropoulos, vicepresidente della Federazione, l’attuale presidente è il russo Kirsan Ilyumzhinov (foto sotto), il britannico Nigel Short e un russo, Arkady Dvorkovich.

 

 

I russi

Sia Kirsan Ilyumzhinov, sia Arkady Dvorkovich non sono soltanto due scacchisti. L’elezione a presidente della Fide è anche una questione politica e i due con la politica hanno dimestichezza. Ilyumzhinov non si ricandiderà, ma come presidente è diventato famoso sia per aver dichiarato di aver incontrato gli alieni mentre viaggiava su una navicella spaziale, sia perché è stato sanzionato dagli Stati Uniti per i suoi rapporti con il governo siriano. Arkady Dvorkovich, invece, è un vero politico, oltre che un economista. E’ stato vice primo ministro fino a maggio di quest’anno, è amico di Medvedev e ha lavorato come amministratore delegato per la compagnia che si occupa delle ferrovie russe.

 

 

L’inglese

Nigel Short ricorda sempre di aver giocato contro Kasparov nel 1993. Non racconta come è andata a finire, ma l’aver sfidato l’uomo che per quindici anni è stato campione del mondo, è un punto importante nel suo curriculum. Ma Short non è diventato famoso per questo – Kasparov è noto anche per aver giocato una partita contro il “Resto del mondo”, quindi le persone che lo hanno sfidato non sono poche –, bensì per i suoi commenti sulle donne che secondo lui non dovrebbero giocare a scacchi. Grandi polemiche e la Fide non è composta solo da uomini.

 

 

Il greco

Georgios Makropoulos è il vicepresidente ma finora è vissuto all’ombra di Kirsan Ilyumzhinov. E’ uno scacchista puro, poco noto in Grecia, conosciuto solo negli ambienti scacchistici. E’ diventato maestro internazionale, un titolo vitalizio riconosciuto dalla Fide. Un personaggio, forse, non abbastanza controverso se rapportato ai suoi sfidanti.

 

 

Le interferenze

Il Times scrive che la Russia ha cercato di interferire nell’elezione del prossimo presidente della Fide a favore dell’ex primo ministro Dvorkovich. A sua volta, Dvorkovich ha detto che dietro le accuse si nasconde Makropoulos, che per vincere sta cercando di screditarlo. Dopo una dichiarazione in cui l’ex vice di Medvedev difendeva il Cremlino nella vicenda legata all’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal, la Federazione britannica degli scacchi ha rilasciato un comunicato a sostegno di Makropoulos. Ma a creare ancora più confusione è arrivato il candidato inglese, Short, che ha voluto dimostrare la sua solidarietà al russo: “Le sue opinioni sul caso Skripal non hanno nulla a che fare con la capacità di sradicare la corruzione dalla Fide”. E’ solo l’elezione del presidente della Federazione degli scacchi, ma sta generando molta confusione. Laddove c’è confusione c’è politica. Laddove c’è politica ci sono delle elezioni e, almeno secondo il Times, laddove ci sono elezioni c’è la Russia.

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