Soldati in missione Unifil al confine con il Libano. Foto LaPresse

Non fate di Unifil un ostaggio di Hezbollah

Redazione

Accertare le violazioni al confine è ciò che deve fare. Altrimenti a cosa serve? 

Quando, lo scorso agosto, il generale italiano Stefano Del Col ha preso il posto di Michael Beary come comandante dell’ soldati in missione Unifil (la forza interinale dell’Onu nel Libano meridionale), l’allora ambasciatore israeliano all’Onu, Ron Prosor, gli scrisse una lettera aperta che recitava: “Lei sta per assumere il comando di una forza Onu che ha toccato un punto molto basso. Il suo predecessore è diventato lo zimbello della regione e ne ha minato la credibilità e la deterrenza. Non sorprende che nessuno da queste parti prenda minimamente sul serio l’Unifil. Ripristinare la sua credibilità ne ripristinerà anche la forza deterrente”. Si fece sentire anche l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, Nikki Haley, che criticò duramente l’allora capo dell’Unifil, l’irlandese Beary, accusandolo di ignorare il riarmo nemmeno troppo segreto di Hezbollah da parte dell’Iran. “Hezbollah si vanta apertamente del proprio riarmo e fa sfilare le sue armi davanti alle telecamere – aveva detto Haley – Il fatto che il comandante dell’Unifil lo neghi dimostra che l’Unifil ha bisogno di riforme”.

   

Di Unifil si è tornati a parlare due giorni fa, dopo che il vicepremier Matteo Salvini ha usato l’espressione “terroristi islamici” per Hezbollah, che ha costruito tunnel dal Libano per infiltrarsi in Israele. Apriti cielo! La nostra Difesa si è detta “sconcertata”, come se Salvini avesse rivelato al mondo la formula segreta per l’energia pulita. E’ dal 2013, infatti, che Hezbollah è nella lista nera delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea. Ci volle molto tempo per convincere gli europei a farlo. Fu l’attentato compiuto da Hezbollah a Burgas, in Bulgaria, ai danni di un gruppo di turisti israeliani, a spingere la Ue a fare la cosa giusta: riconoscere Hezbollah per quello che è. Un gruppo terroristico, non una ong politica e caritatevole.

    

Ora, tre tunnel che partivano dal territorio libanese sono stati scoperti questa settimana da Israele. Tre tunnel che Hezbollah ha costruito letteralmente fra i piedi e sotto il naso dell’Unifil. Le nubi di guerra si sono andate addensando sotto gli occhi di questa forza di pace delle Nazioni Unite. Su direttiva del suo protettore iraniano, Hezbollah ha accumulato nel sud del Libano un arsenale di armi e di combattenti micidiale. Mentre l’Unifil girava la faccia dall’altra parte, Hezbollah si preparava alla guerra. All’Unifil è stata attribuita una significativa autorità per impedire l’attività illegale e ostile di Hezbollah, il problema è che non la sta utilizzando. Ha sviluppato una sorta di mentalità del tipo “non vedo e non sento”. Capita che i caschi blu dell’Unifil incappino in posti di blocco mentre sono di pattuglia nel Libano meridionale. Improvvisamente compaiono uomini in abiti civili che bloccano i mezzi delle Nazioni Unite, rubano il loro equipaggiamento e li prendono a sassate finché non girano i tacchi e se ne vanno. Tutti sanno di chi si tratta. E’ Hezbollah: Hezbollah non vuole che l’Unifil veda cosa c’è al di là di quei blocchi stradali. E normalmente i caschi blu dell’Unifil fanno dietrofront e se ne vanno senza fare rapporto su chi li ha fermati e perché. L’Unifil non sa cosa nasconde Hezbollah e il mondo non viene a sapere perché le pattuglie vengono fatte tornare indietro. Le forze Onu in Libano sono “ostaggio di Hezbollah”, disse ormai dieci anni fa Toni Nissi, a capo del comitato di monitoraggio internazionale-libanese per la Risoluzione del Consiglio di sicurezza 1559 (2004). E’ cambiato qualcosa da allora?

   

Washington e Gerusalemme, i due paesi che di più hanno fatto per potenziare e rendere effettiva la missione dell’Unifil, non si aspettano che l’Unifil affronti militarmente l’organizzazione terroristica libanese, ma chiedono che siano migliorate la qualità e la quantità dei rapporti sulle violazioni. Se Hezbollah intensifica i suoi sforzi, anche le Nazioni Unite devono potere intensificare gli sforzi contro di loro. Altrimenti, a quarant’anni dalla sua nascita, a cosa serve l’Unifil, a parte monitorare i tour di giornalisti che Hezbollah organizza nel sud mettendo in mostra il suo imponente arsenale di fabbricazione iraniana che gli servirà nella prossima guerra contro Israele?

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