I gillet gialli hanno promesso il “IV Atto” della loro mobilitazione contro il caro-benzina a Parigi (Foto LaPresse)

Chi si intesta i “gilet gialli”

Redazione

Si annunciano proteste dure a Parigi, i populisti vogliono strumentalizzare

Lunedì, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, non sarà a Marrakech per firmare di persona il Global compact sulle migrazioni promosso dall’Onu: al suo posto, verrà mandato il sottosegretario agli Esteri, Jean-Baptiste Lemoyne. La scelta di annullare il viaggio, e dunque di restare a Parigi, è un messaggio lanciato dall’inquilino dell’Eliseo ai suoi concittadini: voglio restare qui, vicino a voi, perché potrebbe essere uno dei fine settimana più cupi della storia della Quinta Repubblica.

 

I servizi segreti, infatti, sono molto preoccupati per quello che potrebbe accadere nella giornata di sabato, quando i gilet gialli scenderanno nelle strade della capitale francese per il “IV Atto” della loro mobilitazione contro il caro-benzina. “Potrebbero circolare armi da fuoco”, ha detto venerdì il portavoce dell’esecutivo, Benjamin Griveaux, poche ore dopo le inquietudini manifestate dall’Eliseo su una possibile convergenza a Parigi di movimenti estremisti di destra e di sinistra, intenzionati a “distruggere tutto e a uccidere”. Per questo motivo, durante il Consiglio dei ministri di mercoledì, Macron ha invitato le forze politiche, sindacali e imprenditoriali a lanciare un appello alla calma e a mettere da parti gli antagonismi per rispetto delle istituzioni della République.

 

Ma ha denunciato anche “il silenzio colpevole” e “l’opportunismo” di coloro che soffiano sul fuoco, cavalcando la rabbia dei gilet gialli per tornaconto elettorale. Era chiaro il riferimento a Marine Le Pen (Rassemblement nationale), Laurent Wauquiez (Les Républicains) e Jean-Luc Mélenchon (France insoumise), che in questi giorni di tensione non hanno mai smesso di ammiccare con il movimento. I primi due fanno campagna contro il Global compact, uno dei motivi di rabbia dei gilet gialli, alimentando la retorica dell’“invasione organizzata” di immigrati. Il terzo, su Bfm.tv, dice addirittura che il suo “programma” si trova “nelle piazze con i gilet gialli”. Tutti cercano di offrire una vernice ideologica a un movimento che di idee chiare ne ha ben poche, maramaldi populisti che approfittano di un presidente in difficoltà per compensare la loro assenza di visione.

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