Un momento delle celebrazioni dell’Armistizio di Compiègne (foto LaPresse)

Il mondo a disagio

Paola Peduzzi

La faccia della Merkel, l’ombrello chiuso di Trudeau e l’Europa che mette una distanza tra sé e l’America

L’Europa si è unita nel ricordo della Grande guerra, si è abbracciata, si è inchinata, con quegli abiti neri e la pioggia incessante, un funerale cent’anni dopo, o forse un funerale durato cent’anni. Emmanuel Macron, il presidente francese che ha ospitato le celebrazioni dell’Armistizio di Compiègne, ha deciso di usare questa commemorazione per ricordare che dopo quella guerra, dopo la guerra successiva, la terribile Seconda, l’Europa e l’occidente sono riusciti a costruire un progetto visionario, sulla convergenza di valori di pace e di libertà: è la nostra comunità internazionale, che si è mossa difendendo un interesse collettivo chiaro. S’è litigato parecchio in famiglia, a volte in modo quasi definitivo, ma non si è mai dubitato della necessità di restare uniti. Gli abbracci tra Macron e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, restano come testimonianza potente della visione europea, la Francia e la Germania unite, cent’anni fa pareva improbabile, oggi è una certezza.

  

 

Due momenti ci resteranno impressi: il premier canadese, Justin Trudeau, che mentre parla sotto il diluvio chiude l’ombrello e dice: “Mentre siamo qui sotto la pioggia, pensando a quanto siamo scomodi, mentre i nostri abiti, i nostri capelli e le nostre scarpe si bagnano, in realtà siamo nella situazione migliore per ricordare quel giorno a Dieppe, la pioggia non era pioggia, la pioggia erano proiettili”. Per quella pioggia, Donald Trump, il presidente americano, ha deciso di non partecipare a una cerimonia di commemorazione, sintesi esatta di un mondo che si sfilaccia davvero per poco. L’altro momento è la faccia di Angela Merkel quando si avvicina Vladimir Putin: Trump regala al presidente russo uno dei suoi rari sorrisi di questa trasferta mesta; Macron lo fissa con l’aria corrucciata; la Merkel ha lo sguardo severo che attraversa il presidente Putin, come una lama, come se sapesse guardare oltre questo perenne disagio che è diventata la geopolitica mondiale. Vladimir Putin è il leader della Russia che è stata cacciata dal G8, che è sotto sanzioni, che ha annesso un territorio di un altro paese sovrano, che gioca a disfare quel che gli europei con fatica ma con tenacia tengono insieme. E’ lui l’estraneo, è lui che si deve sentire in imbarazzo, dice la Merkel con quel suo occhio affilato, non siamo noi europei che stiamo minando l’interesse comune che ci ha tenuti insieme, che ci ha fatti crescere insieme.

 

 

C’è chi vuole vedere questi momenti, queste immagini, come una cartolina di un mondo in estinzione. Non è che la foto degli 84 leader mondiali che camminano assieme sotto gli ombrelli per ricordare un armistizio centenario resterà nella storia come l’ultimo scatto prima dell’inizio di una nuova stagione, la stagione del disordine? C’è chi teme che sia così, chi ci scommette, ma a essere debole, in questa riunione, non è l’Europa. Macron non è popolare, la Merkel si avvia verso la fine della sua carriera politica, ma l’elemento estraneo, in questo consesso, è un presidente americano che se ne sta in disparte, che va e riparte frettoloso, che sorride a un collega russo che ha fatto un attacco con il gas in un paese della Nato, che non nasconde il proprio disagio. Sta scomodo, Trump, sotto questa pioggia, ed è questa la nota triste, funerea: non la debolezza europea, ma la necessità degli europei di mettere una distanza tra sé e l’America, per mantenere l’ordine.

 

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi