L'altra prospettiva

Il significato politico dell’arrivo di Putin a Parigi visto dalla prospettiva russa

Redazione

Da domenica abbiamo guardato e commentato le facce dei leader che accoglievano Vladimir Putin a Parigi: Angela Merkel severa, Macron corrucciato, Trump sorridente. Quello era il lato che ci interessava, per noi europei l’importante erano le reazioni dei leader occidentali, le espressioni che raccontavano la personale storia che ognuno di loro aveva con il presidente russo. Per noi Putin era soltanto una nuca. Per i russi è stato l’opposto. E’ stata l’altra foto, l’arrivo colto dal lato che mostra il volto di Putin e le schiene degli altri a diventare oggetto di commento.

 

La prospettiva russa dell’immagine mostra Putin che stringe la mano a Donald Trump. L’immagine avrebbe dovuto rappresentare il peso internazionale del capo del Cremlino, accolto nei consessi assieme agli altri leader mondiali che lo attendono in fila, ma i suoi connazionali hanno visto altro: Putin sovrastato da Trump. Su questo giudizio pesavano anche i retroscena, a Parigi si sarebbe dovuto tenere il secondo vertice tra il presidente americano e quello russo, ma nonostante il Cremlino continuasse a insistere – “Sì, si incontreranno a Parigi”, diceva Peskov –, la Casa Bianca continuava a rispondere di no – “Meglio al G20 in Argentina”, diceva Trump. Ora è Mosca a riferire che sarà difficile organizzarsi per Buenos Aires (a fine mese), ma a Parigi tutti sapevano che era stato Trump a rifiutare l’invito di Putin.

 

Alla critica politica dell’immagine si sono aggiunte anche le prese in giro di chi non ha potuto fare a meno di considerare che questa volta Putin non è riuscito a nascondere la sua vera statura. Per ogni scatto, lo staff del Cremlino studia la prospettiva migliore per non far apparire il presidente russo troppo basso. A volte il lavoro è arduo e richiede molte prove. Ma questa volta era inevitabile: Putin alza il braccio per stringere la mano a Trump che dal suo metro e novanta e dagli spalti, non può far altro che abbassarsi un po’.