Friedrich Merz

Friedrich Merz, l'uomo più chiacchierato di Berlino

Andrea Affaticati

È dato favorito per la successione alla Merkel. Le sue liti con la cancelliera, il suo ritorno e la perquisizione nella sua “sua” BlackRock che può spegnere l'entusiasmo

Friedrich Merz è sulla bocca di tutti, in Germania: il favorito per la successione di Angela Merkel alla guida della Cdu, il nemico che ritorna, un po' vendicativo e un po' no, certo pronto a riportare il partito nel suo territorio tradizionale. Ma stamattina è calato il gelo: come anticipato dal quotidiano di Monaco Münchner Merkur, la magistratura ha ordinato una perquisizione della sede tedesca di BlackRock alla ricerca di documenti che comprovino vendite illegali di partecipazioni azionarie. Merz è il capo del consiglio di sorveglianza della filiale di questo colosso mondiale.

  

Chi è Merz

Friedrich Merz ai più giovani tra i tedeschi non dice molto, eppure è politico di lungo corso, di grande talento politico come diceva a suo tempo Wolfgang Schäuble. Salvo poi sbattere contro la sua rivale numero uno ed entrare nella storia della Cdu come primo sconfitto di una lunga serie di sfidanti di Angela Merkel, che nel corso di questi anni hanno cercato di sfilarle la guida del partito e del paese. La loro ascesa politica è stata più o meno contemporanea, solo che Merz si è rivelato più lento nelle reazioni. Merkel è stata più veloce nell’agire a suo tempo contro il suo mentore Helmut Kohl travolto dallo scandalo dei fondi neri. E più veloce è stata anche quando Wolfgang Schäuble ha dovuto lasciare la guida del partito sempre per lo stesso motivo. Merkel allora si era accaparrata la leadership del partito, mentre Merz era diventato capogruppo parlamentare. A governare il paese allora era la coalizione rosso-verde guidata dal tandem Gerhard Schröder-Joschka Fischer.

 

L’alchimia tra Merkel e Merz non ha mai veramente funzionato. Lei all’inizio spingeva verso un corso neoliberista, lui più cautamente verso un liberismo ancorato a una solida economia di mercato. L’occasione per sbarazzarsi di lui, si era presentata a Merkel nel 2002, quando Edmund Stoiber, allora candidato di punta dell’Unione, aveva perso le elezioni contro Gerhard Schröder. Lei prima aveva retrocesso Merz a vicecapogruppo parlamentare e due anni dopo l’aveva estromesso del tutto dalla guida del gruppo parlamentare. Uno sgarbo che lui pare non le abbia mai perdonato. A frustrarlo ulteriormente c’era inoltre il corso economico di Merkel, sempre più virato verso il sociale. E così, nel 2009, Merz si era ritirato a vita privata. Aveva ritirato fuori dal cassetto la sua laurea in giurisprudenza con indirizzo economico, diventando consulente di uno studio internazionale. Infine, nel 2016, era passato BlackRock, la più grande società gestore di investimenti al mondo. Una scelta che gli aveva attirato molte critiche, ma che lui difende precisando che BlackRock non ha nulla a che vedere con le cosiddette “cavallette”, come vengono chiamate le società private equity.

 

Oggi Merz si erge a paladino di quei valori conservatori che Merkel ha sacrificato nel nome di un corso sempre più centrista; continua a professare il suo credo liberale e puntando su una forte leadership europea, come ha sottolineato firmando una lettera a favore del rafforzamento dell’eurozona con il filosofo con Jürgen Habermas.

 

La discesa in campo di Merz ha elettrizzato i media. Molti commentatori sono propensi a pensare che di fronte a questo peso massimo (tale viene ancora considerato, perché pur non facendo più il politico da anni, Merz non ha mai smesso di tessere la sua rete di contatti in Germania e in America) dotato di grande esperienza, i tedeschi punteranno su di lui come emblema di stabilità e sicurezza.

 

Ma è stato lo Spiegel a mettere in guardia qualche giorno fa lo stesso Merz, chiedendosi: quanto durerà questo entusiasmo per la sua discesa in campo, questo osanna, quasi fosse sceso in campo il salvatore della patria ora che Merkel se ne va? Stando ai tanti sondaggi di questi giorni, Merz parrebbe al momento avere le migliori chance, non solo e non tanto perché rappresenta l’ala più conservatrice, dunque potrebbe far ritornare anche una parte dell’elettorato Cdu passato all’Afd, ma perché la gente pare fidarsi più di lui.

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