Manifestazione a sostegno del popolo iraniano a Parigi (foto LaPresse)

Come vanno le proteste in Iran?

Redazione

Ci sono state meno segnalazioni di disordini durante la notte, anche se è molto difficile confermare quello che succede nelle strade delle città iraniane. Ecco cosa sappiamo

Il capo delle Guardie della rivoluzione ha dichiarato la sconfitta della “sedizione” in Iran, in relazione all’ondata di proteste iniziate giovedì scorso e durante le quali sono morte almeno 21 persone. Mentre il capo dei pasdaran, il generale Mohammad Ali Jafari, faceva il suo annuncio, decine di migliaia di sostenitori del governo stavano marciando – in diretta sulla tv di stato – in diverse manifestazioni filo governative. Gli eventi si sono tenuti in varie città, dalla città santa sciita di Qom a quella a maggioranza curda di Kermanshah, da Ilam al confine con l’Iraq, a Gorgan nell'estremo sudest del mar Caspio. Secondo la Bbc alcuni manifestanti chiedevano la testa dei “rivoltosi sediziosi” e gridavano “morte ai mercenari americani”, sventolavano bandiere iraniane e immagini della Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Il generale ha accusato agenti anti-rivoluzionari, monarchici e forze “annunciate dall'ex segretario di stato americano Hillary Clinton” di aver creato “rivolte, anarchia, insicurezza e intrighi in Iran”. Insomma, un nemico esterno che fa eco a quegli agenti della sedizione non meglio specificati che Khamenei martedì accusava di essere i sobillatori delle rivolte – cioè America, Israele e sauditi.

   

Le proteste nate giovedì scorso come reazione all'aumento dei prezzi e alla corruzione hanno presto inglobato un più ampio sentimento anti governativo. Molti osservatori internazionali concordano nel dire che le contestazioni sono state fomentate dall’ala conservatrice, in lotta contro l’attuale presidente Hassan Rohani. A sostegno di questa interpretazione c’è il fatto che i disordini siano iniziati nella città di Mashhad, principale città santa, bastione dell'ex presidente Ahmadinejad e città di Ibrahim Raisi, ex procuratore generale dell'Iran che nel maggio scorso ha sfidato Rohani.

  

Le proteste continuano?

 
Ci sono state meno segnalazioni di disordini durante la notte scorsa, anche se è molto difficile confermare quello che succede nelle strade delle città iraniane. La maggior parte dei giornalisti occidentali si trova nella capitale Teheran – dove questa notte è diminuita la presenza di polizia –, ma non è certo quello che sta succedendo in altre città del paese. I disordini poi tendono a scoppiare dopo il tramonto e forse domattina sapremo qualcosa di più preciso su ciò che è accaduto questa notte. Inoltre, nonostante il blocco di alcuni social media, su diversi network vengono ancora diffusi video e post di proteste, dei quali è però complicato stabilire il giorno e l’origine. Un rapporto di oggi, ancora non confermato, parla di tre poliziotti uccisi nella provincia dell'Azerbaijan occidentale, mentre la televisione di stato riferisce di colpi sparati contro una banca e una stazione di polizia nella provincia centrale di Isfahan, senza vittime.

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