Provocazione iraniana, again

Redazione
Per Khamenei i missili sono più importanti del dialogo. Reazioni?

Chi pensa che i negoziati siano più importanti dei missili è “un traditore”, ha detto ieri la Guida suprema della Repubblica islamica d’Iran, Ali Khamenei. Non ci può essere dialogo senza una difesa militare forte, e chiunque sostenga il contrario ignora la realtà, dice l’ayatollah: “Se il sistema islamico persegue tecnologia e negoziati senza un potere di difesa, vuol dire che si ritira di fronte alle minacce che arrivano da altri paesi insignificanti”, ha detto Khamenei. L’attacco diretto è all’ex presidente Rafsanjani, novello “moderato” nell’Iran del deal atomico, che qualche giorno fa aveva twittato: “Il futuro è nel dialogo, non nei missili”.

 

Ma a parte le faide interne al regime, che sono destinate a continuare senza che noi in occidente abbiamo la possibilità di comprenderle, figurarsi di influenzarle, Khamenei parla dritto ai suoi interlocutori internazionali. Da quando è stato siglato l’accordo sul programma nucleare di Teheran, nell’estate scorsa, il regime ha condotto almeno due test con missili balistici in palese violazione degli accordi presi, anche in altre sedi, con la comunità internazionale. La reazione degli Stati Uniti è sempre a scoppio ritardato, e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, pur “preoccupato e allarmato”, dice che deve decidere il Consiglio di sicurezza su come reagire. Chissà intanto cosa del depotenziamento atomico promesso è stato rispettato.

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