EDITORIALI
Kyiv otterrà molto dal vertice di Vilnius. Le esitazioni della Nato
L'asse occidentale ha la vista un po’ corta. L’Ucraina va invitata nell’Alleanza come incoraggiamento per la vittoria e come garanzia per la pace quando la guerra sarà finita
Le incertezze dei leader della Nato sull’offerta di adesione all’Ucraina e sull’ingresso della Svezia costituiscono una “minaccia” per la forza dell’Alleanza e per la sicurezza globale, ha avvertito Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino otterrà molto dal vertice della Nato che si terrà a Vilnius l’11 e 12 luglio: assistenza militare di lungo periodo, la creazione di un Consiglio Nato-Ucraina e l’assicurazione che il suo paese potrà entrare a far parte dell’organizzazione in futuro. Ma non ci sarà un “invito” formale ad aderire dopo la fine della guerra della Russia. Anche se i negoziati sono ancora in corso – e le pressioni dei paesi dell’Europa centrale e orientale si stanno accentuando grazie al tour di Zelensky – l’Amministrazione Biden è riluttante. La linea degli Stati Uniti rimane quella di fornire garanzie di sicurezza bilaterali a Kyiv sul “modello Israele” (aiuti militari decennali, addestramento e intelligence) per scoraggiare future aggressioni.
Nel frattempo Washington ha annunciato la fornitura di munizioni a grappolo per rafforzare la controffensiva sul terreno. Ma il premio di consolazione è più un sintomo dell’indecisione occidentale che della sua determinazione. La Germania ha preso le distanze sulle munizioni a grappolo, malgrado il fatto che la Russia ne abbia abusato durante tutta la sua guerra, anche contro i civili. Zelensky ha ragione a lamentarsi della mancanza di “unità” nella Nato. Il vertice di Vilnius è un test sulla capacità di deterrenza dell’Alleanza e il calcolo dell’Amministrazione Biden è di corta veduta. Perfino Emmanuel Macron si è convinto che l’Ucraina deve essere parte della Nato perché, dimostrando la sua capacità di resistere alla Russia e le debolezze dell’esercito di Mosca fino a una possibile sconfitta russa, fa più di tutti gli altri per la deterrenza. L’Ucraina va invitata nell’Alleanza come incoraggiamento per la vittoria e come garanzia per la pace quando la guerra sarà finita.