La centrale e il panico

Questo allarme su Zaporizhzhia è il più serio finora, ma niente paragoni con Chernobyl

Brutti segnali: Mosca ha già accusato Kyiv di crimini che intendeva commettere

Cecilia Sala

Il paragone possibile è con il disastro alla centrale di Fukushima nel 2011 per cui, a distanza di dodici anni, sono state conteggiate zero vittime sia dirette sia indirette dell’incidente

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aggiunto nuovi dettagli all’allarme su un possibile attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e ha detto che sono stati piazzati “oggetti che assomigliano a  cariche esplosive” sui tetti di due reattori. Secondo i servizi segreti ucraini tutto il personale russo della centrale ha già lasciato la struttura ed è stato concesso di fare altrettanto anche ai dipendenti ucraini che sono costretti a lavorare per l’agenzia atomica russa Rosatom da marzo, quando Mosca ha occupato la centrale. Due settimane fa il capo dell’intelligence militare di Kyiv, Kyrylo Budanov, aveva spiegato in un’intervista televisiva che i soldati russi avevano appena posizionato le mine nella piscina di raffreddamento, il giorno dopo Zelensky – sulla base di informazioni raccolte sempre dall’agenzia di Budanov – aveva avvertito che delle autobomba pronte a esplodere erano state parcheggiate vicino ai reattori. La paura di Kyiv questa volta è diversa rispetto agli altri momenti di tensione intorno a un possibile disastro atomico a cui abbiamo assistito durante i sedici mesi di invasione su larga scala della Russia in Ucraina e, più che dagli annunci, si capisce guardando gli eventi sul campo. Nella città di Zaporizhzhia la settimana scorsa ci sono state le esercitazioni dei pompieri e della protezione civile – una prova generale di come comportarsi in caso di disastro nucleare – che per dimensioni non si erano mai viste. A Nikopol, la cittadina sotto il controllo di Kyiv più vicina in assoluto alla centrale occupata, dove circa cinquantamila persone vivono a meno di dieci chilometri dai reattori, la radio ogni sera trasmette le istruzioni su cosa fare in caso di incidente atomico e neanche questo era mai successo dal marzo 2022.

 Zelensky ha parlato di un pericolo nucleare molto serio nella sua ultima telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron e il generale Budanov ha detto che la minaccia alla centrale non è mai stata attuale come questa volta. Se i russi facessero detonare le mine, il rischio per la salute umana non sarebbe in ogni caso neppure lontanamente paragonabile al disastro nucleare di Chernobyl perché la centrale di Zaporizhzhia è costruita per resistere alle esplosioni e soprattutto perché i suoi reattori sono spenti da mesi, mentre quello di Chernobyl era attivo. Un’esperta come la professoressa ucraina Olga Kosharna, che fa parte del Consiglio nazionale per il monitoraggio e la regolamentazione del nucleare, aveva spiegato al Foglio che il paragone possibile è semmai con il disastro alla centrale atomica di Fukushima nel 2011 per cui – a distanza di dodici anni – sono state conteggiate zero vittime sia dirette sia indirette dell’incidente.  

Il capo dell’Agenzia internazionale per il nucleare, Rafael Grossi, ha visitato la centrale di Zaporizhzhia di recente e ha detto di non aver visto le mine, ma ha anche ammesso che i russi non gli hanno concesso di visitare tutta la struttura e la sua visita è avvenuta comunque prima che Budanov desse l’allarme parlando di “nuove mine”.

C’è una notizie che circola da ieri e che non può essere confermata in maniera indipendente perché si tratta di fatti che si sarebbero verificati nel territorio occupato da Mosca, ma alcuni blogger militari e account di intelligence open source hanno pubblicato foto di pulmini russi per il rilevamento del livello di radiazioni nell’aria che sarebbero comparsi a Mariupol come nella cittadina occupata di Energodar, dove c’è la centrale nucleare. Da Nikopol, due famiglie di ucraini che non hanno mai lasciato le proprie case nonostante i bombardamenti incessanti dei russi che hanno ucciso due abitanti l’ultima volta la settimana scorsa, dicono al Foglio che stanno prendendo in considerazione di andarsene per la prima volta in questi giorni.

Da quando Budanov e poi Zelensky hanno dato l’allarme, in Russia si sono moltiplicate le accuse a Kyiv di stare architettando un attacco terroristico contro la centrale “da compiere all’inizio di luglio”, comprese quelle lanciate dalla stampa di stato e quella pronunciata dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Non è un buon segno perché non sarebbe la prima volta che Mosca accusa i propri nemici di un crimine che intende commettere. Ieri il canale telegram russo Rybar ha pubblicato un post secondo cui l’esplosione alla centrale nucleare si sarebbe potuta verificare già tra la sera di ieri e oggi. Rybar è lo pseudonimo del blogger militare Mikhail Zvinchuk, che non è un influencer della guerra qualsiasi: ha più di un milione di follower, è stato il primo a dare la notizia dei successi ucraini a sud di Zaporizhzhia in questa controffensiva e, quando c’è stato il primo contrattacco sorprendente e riuscito di Kyiv a settembre, Rybar aveva le mappe più precise di tutti sulla reale situazione al fronte. Soprattutto, Zvinchuk ha incontrato il presidente Vladimir Putin di recente.

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