Gran risiko dei giornali
La ricerca della borghesia, la sfida digitale Elkann-Cairo e gli spazi tra Fatto e CDB. Il ballo dell’editoria
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Mattia Feltri, ritratto di cronista inconsueto, asintomatico dei birignao del mainstream
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Nomine e giochi di potere. Cosa cambia nell'editoria con le mosse di Elkann
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Il Consiglio europeo e l'addio di Verdelli a Repubblica
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Giannini e la sfida sinistra di cambiare un giornale che gli assomiglia poco
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Molinari e la sfida di sostituire la questione morale con la cultura atlantista
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Tanto di kefiah agli Agnelli
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Rifondare Repubblica. Parla Carlo De Benedetti
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I timori di Urbano
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Zanda ci spiega come sarà il nuovo giornale di De Benedetti
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La guerra del Cairo
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Cairo ci spiega perché il lodo (parziale) è un buon colpo per lui
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“Un governo Pd-Berlusconi? Sì, tutto tranne Conte e Salvini”. Clamoroso CDB
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La formula del Buongiorno, secondo Mattia Feltri
Roma. Cosa sta succedendo nel movimentato mondo della carta stampata? I cambiamenti e le convulsioni alla Repubblica, gli ondeggiamenti del Corriere della Sera, nuove avventure a sinistra e disavventure populiste; la confusione è grande sotto il cielo? John Elkann, parlando all’assemblea degli azionisti Exor, ha spiegato l’acquisizione della Gedi il 23 aprile e “i cambiamenti di leadership”, con l’obiettivo di “guidare la necessaria trasformazione digitale con un rinnovato senso di urgenza”. Verso dove e perché questa nuova urgenza? Il progetto può essere chiamato “digital first”, il giornale dell’èra digitale. Dopo lo smart working arriva lo smart publishing, l’editoria del nuovo millennio. L’urgenza nasce dalla recessione che scompagina piani e progetti imprenditoriali. Nel caso di Exor, è saltata la vendita di Partner Re la compagnia di riassicurazione: acquistata nel 2016 per 6,7 miliardi di dollari, era stata ceduta preliminarmente alla francese Covea per 9 miliardi. L’acquirente, però, ha chiesto uno sconto ed Elkann ha risposto picche. Ciò vuol dire che entrano 2,3 miliardi in meno proprio ora che il comparto dell’automobile sconta un crollo della produzione. Fca Italy sta negoziando con Intesa Sanpaolo un prestito di 6,3 miliardi di euro garantiti dallo stato attraverso la Sace. Il gruppo è liquido, l’auto però è una fornace che brucia denaro in un attimo, come ricordava il mitico Avvocato. La fusione con la Psa (Peugeot-Citroën) prosegue come previsto, quindi dovrebbe avvenire entro marzo 2021, fruttando agli azionisti un dividendo da 5,5 miliardi di euro. In ogni caso tutto è appeso al filo del Covid-19.
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