foto LaPresse

Cairo ci spiega perché il lodo (parziale) è un buon colpo per lui

Mariarosaria Marchesano

Secondo l’editore del Corriere della Sera, la decisione del Collegio arbitrale è coerente con quanto Rcs aveva sin dall’inizio prospettato a Blackstone

Milano. “Noi non abbiamo mai pensato di riprenderci l’immobile di via Solferino, di tornare a esserne proprietari. Quello che abbiamo sempre sostenuto è che le condizioni che hanno accompagnato la vendita a Blackstone nel 2013 fossero tali per cui il prezzo pagato non è stato quello giusto e che l’acquirente potrebbe essersi avvantaggiato dello stato di bisogno in cui versava Rcs in quel periodo. Il fatto stesso che il Collegio arbitrale del Tribunale di Milano abbia nominato due consulenti tecnici per verificare proprio questi punti dimostra che qualche dubbio esiste e che la nostra azione è fondata”. Il presidente di Rcs, Urbano Cairo, ricostruisce, in questo colloquio con Il Foglio, le ragioni per cui ritiene che il lodo parziale dei giudici milanesi sia un primo colpo a favore della casa editrice del Corriere della Sera.

 

Un’interpretazione già in parte espressa nel comunicato del 26 maggio e contestata il giorno successivo da una nota del gruppo d’investimenti americano in cui si afferma che “l’unica decisione presa dall’arbitrato è che la transazione del 2013 è valida e che non vi è stata assolutamente alcuna decisione o valutazione su qualsiasi diritto al risarcimento per Rcs”. Parole piccate che riportano l’attenzione sul tema della proprietà dell’immobile ceduto per 120 milioni di euro ormai sette anni fa a Blackstone, che, però, quando nel 2018 ha cercato di rivenderlo per un prezzo più che raddoppiato ad Allianz Real Estate, è stato bloccato dall’iniziativa giudiziaria di Urbano Cairo, affiancato dall’avvocato Sergio Erede. La querelle internazionale che ne è scaturita è di quelle che appassionano i media visto il calibro dei protagonisti e l’intreccio di interessi editoriali, immobiliari e finanziari che fa da sfondo alla storia che è arrivata a un punto di svolta con la decisione (parziale) dell’arbitrato. Il Collegio ha riconosciuto il foro di Milano come sede competente della controversia, stabilito una volta per tutte che la proprietà di via Solferino è di Blackstone e predisposto due perizie, una per verificare se il prezzo è stato allineato con i valori di mercato e l’altra per ricostruire le condizioni finanziarie in cui versava il venditore. Questi elementi, secondo Rcs, dimostrano che esistono spazi per un risarcimento. “Partiamo da un dato – riflette Cairo – Il prezzo di affitto per via Solferino fu stabilito in 10,5 milioni all’anno in un contesto di mercato in cui il rendimento medio per un immobile di quella tipologia era del 5 per cento. I conti non tornano e basta fare un banale calcolo: con quel rendimento, il prezzo di vendita avrebbe dovuto essere intorno a 190- 200 milioni e non 120 milioni com’è stato. Ecco perché una perizia indipendente potrebbe arrivare a definire una differenza di valore e quindi un risarcimento”.

 

Insomma, secondo l’editore del Corriere della Sera, la decisione del Collegio arbitrale è coerente con quanto Rcs aveva sin dall’inizio prospettato a Blackstone in via stragiudiziale chiedendo di avviare un dialogo finalizzato proprio a ripristinare l’equilibrio dei contratti. Ma da quest’orecchio, Blackstone non ha mai voluto sentire e ritenendo addirittura “estorsiva” la richiesta di Cairo, ha proceduto con una causa di fronte alla Suprema Corte di New York, che a sua volta ha rimandato ai giudici milanesi. “Esiste un altro aspetto della trattativa che da sempre abbiamo evidenziato e che l’arbitrato ha ritenuto meritevole di approfondimento – prosegue Cairo - Riguarda la comprensione delle condizioni finanziarie di Rcs nel momento in cui ha deciso di vendere la sede del Corriere . Non sarà difficile per i periti ricostruire lo stato di crisi finanziaria del gruppo e questo ci potrebbe dire se il compratore ha potuto avvantaggiarsi dello stato di bisogno del venditore”. Ma come può essere responsabile Blackstone di questo se tutta la procedura è stata corretta, come peraltro ha ritenuto l’arbitrato riconoscendo il contratto valido? “Bisognerà andare a ricostruire anche la fase pre-contrattuale e le eventuali responsabilità”, conclude il presidente di Rcs. La palla torna al centro.

Di più su questi argomenti: