I dazi sono sempre sbagliati
Ragioni per cui l’Italia ha il dovere di opporsi anche ai dazi europei
Nonostante l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri mattina alle 6 sono entrati puntualmente in vigore i nuovi dazi americani su 7,5 miliardi di merci europee, di cui 450 milioni di prodotti del made in Italy, compreso il Parmigiano Reggiano. Era inevitabile che ciò accadesse, considerato che Donald Trump è stato autorizzato dalla World Trade Organization a ribaltare sull’Europa le perdite subite dal colosso statunitense Boeing a causa degli aiuti concessi al concorrente Airbus dall’Unione europea. L’Italia non avrà, dunque, un trattamento di favore ma dovrà attendere che la disponibilità dichiarata nei suoi confronti da Trump trovi il tempo di manifestarsi, magari in occasione delle nuove tariffe su auto e componentistica che dovrebbero scattare a metà novembre. Ma è proprio questo il punto: ha senso per l’Italia cercare un binario preferenziale con la Casa Bianca scendendo sul terreno scivoloso degli accordi bilaterali tanto caro al presidente americano? E’ giusto cercare di contrastare l’impatto che i dazi possono avere sull’economia italiana – la Coldiretti ha stimato una riduzione del 20 per cento delle vendite negli Stati Uniti – ma fino a che punto ci si può spingere? Alcuni analisti, per esempio, non escludono che presto l’Europa risponda ai dazi di Trump che sono stati autorizzati dal Wto nell’ambito di una controversia che in futuro darà ragione all’Ue in merito al fatto che anche la Boeing ha usufruito di sussidi statali. Uno studio di Ubs fa notare che la Commissione europea ha già pubblicato un elenco preliminare di prodotti americani pari a 12 miliardi di dollari che potrebbero essere soggetti a nuove tariffe. Se questo dovesse accadere, l’Italia si troverebbe nell’imbarazzo di decidere se allinearsi alle decisioni dell’Unione di cui fa parte oppure concedere un trattamento di favore agli Stati Uniti come contropartita. Il che è esattamente quello che vuole Trump: la distruzione del multilateralismo.
Difficoltà e soluzioni