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Partono i dazi americani su 7,5 miliardi di merci europee

Mariarosaria Marchesano

Sono operativi dalle 6 di questa mattina, nonostante l'appello di Mattarella a Trump. Coldiretti: le vendite negli Stati Uniti giù del 20 per cento. Ma per Ubs, invece, l'impatto potrebbe essere molto minore

Milano. Alle ore 6 di questa mattina sono ufficialmente entrati in vigore i nuovi dazi americani su 7,5 miliardi di euro di merci europee di cui 450 milioni sono rappresentati da beni prodotti dall'Italia, compreso il Parmigiano Reggiano. Nonostante l'appello che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto al presidente americano Donald Trump durante la sua visita a Washington, gli aggravi sono diventati operativi. Ma era difficile che ciò non accadesse, visto che la manovra è stata autorizzata dalla World Trade Organization come contropartita nell'ambito della disputa tra l'europea Airbus e l'americana Boeing. Le nuove tariffe prevedono una maggiorazione del 10 per cento sull'import di aeromobili dai paesi dell'Unione e del 25 per cento su altre merci (principalmente cibo, bevande e abbigliamento). La Coldiretti stima che questo comporterà un calo delle vendite di prodotti alimentari del made in Italy negli Stati Uniti pari al 20 per cento. 

 

In realtà, Trump ha assicurato di volere rivedere il capitolo dei dazi Wto riguardante l'Italia, ma evidentemente questa disponibilità è collegata più alle nuove tariffe su auto e componentistica che dovrebbero entrare in vigore a metà novembre che ai prodotti tipici del made in Italy (che invece fanno parte del pacchetto di beni tassato da oggi). Del resto, con il cambio di paradigma che il presidente americano sta adottando nelle politiche commerciali - prediligendo i negoziati bilaterali al multilateralismo - non c'è da sorprendersi se usa tutto il suo potere per tenere col fiato sospeso i paesi con cui sta trattando con l'obiettivo, ormai dichiarato, di riequilibrare i conti sulle situazioni in cui ritiene che l'America sia penalizzata. 

 

Ma quali effetti avranno sull'economia europea i dazi partiti oggi? Un'analisi di qualche giorno fa di Ubs ha stimato che l'impatto dovrebbe essere abbastanza ridotto. "In totale, gli Stati Uniti sono tenuti a imporre dazi sulle esportazioni statunitensi di 7,5 miliardi di dollari, pari solo allo 0,04 per cento del prodotto interno lordo dell'Unione europea (0,06 per cento per la zona euro). A livello di singoli paesi, anche l'impatto sembra molto ridotto, con la proporzione di merci soggette a nuove tariffe pari in media a meno dello 0,1 per cento del pil", osserva la banca d'affari nel suo studio. 

 

Che cosa succederà adesso? Non è escluso che l'Europa risponda ai dazi di Trump. Il punto è che le tariffe statunitensi sono state autorizzate dall'Organizzazione mondiale del commercio nell'ambito di una controversia che presto potrebbe concludersi con un verdetto positivo a favore dell'Unione europea. Come fa notare Ubs, una dichiarazione della commissaria europea per il Commercio Cecilia Malmström suggerisce che non ci saranno ritorsioni immediate. Ma è probabile che l'Ue aspetti che la Wto conceda ufficialmente i diritti di imporre contromisure sul caso Airbus-Boeing. La Commissione europea ha già pubblicato un elenco preliminare di prodotti, del valore complessivo di circa 12 miliardi di dollari che potrebbero quindi essere soggetti a tariffe. Tuttavia, l'elenco dovrà essere autorizzato dalla Wto. A quel punto l'Itala dovrà decidere se allinearsi alle decisioni dell'Unione europea oppure procedere con una trattativa bilaterale con gli Stati Uniti.