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La Bocconi dice che Milano-Cortina 2026 sarà un affare. Per tutta Italia

Mariarosaria Marchesano

Il modello della città vetrina. Parla l’economista Marco Percoco

Milano. Le Olimpiadi invernali 2026 di Milano e Cortina saranno un affare non solo per il nord ma per tutta l’Italia, se si considera che ci sarà un incremento del pil di 4,3 miliardi entro l’anno in cui inizieranno i giochi e che nelle casse dello stato entreranno tra i 450 e i 500 milioni di gettito fiscale aggiuntivo. Queste stime, che emergono incrociando i dati di due studi allegati alla domanda di candidatura dell’Italia – a cura delle Università Bocconi e Ca’ Foscari – danno ragione a chi, come il sindaco di Milano Beppe Sala, ha sempre creduto nella potenzialità che ha un grande evento come questo di generare sviluppo economico, e danno torto agli esponenti del governo gialloverde, che fino a poco tempo fa si sono espressi contro l’organizzazione di “ampie e costose manifestazioni internazionali”.

 

 

Non solo l’impatto sui territori sarà rilevante anche a livello sociale (sono previsti 35 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno di cui 22.170 in Lombardia e 13.800 in Veneto) ma a beneficiarne sarà l’intero paese. La spesa pubblica necessaria per contribuire alla realizzazione degli impianti e all’organizzazione dei giochi, infatti, sarà ampiamente compensata dalla creazione di nuova ricchezza, che a sua volta genererà nuove imposte nazionali, regionali e comunali. Anzi, la maggioranza del gettito fiscale previsto dall’affare olimpionico entrerà nelle casse dello stato. Certo, non si può negare che la ricaduta di tipo economico sarà soprattutto su Lombardia e Veneto, che vedranno arrivare investimenti per la realizzazione di impianti sportivi (14 siti olimpici tra Milano, la Valtellina, Cortina e la Val di Fiemme), per infrastrutture di collegamento, per i servizi e l’accoglienza degli atleti.

 

“Le Olimpiadi serviranno a consolidare il modello della città vetrina già sperimentato da Milano con l’Expo 2015 e anche da Matera come città della cultura”, dice Marco Percoco, economista dell’Università Bocconi e autore di una delle due ricerche sull’impatto economico delle Olimpiadi. “In questi due casi – continua – l’effetto generato da grandi eventi non è stato semplicemente quello di attirare un po’ di turisti, ma di riposizionare le città nel contesto internazionale. Milano, in particolare, è stata capace di reinventarsi negli ultimi anni cercando una propria missione nel mondo, sforzo che è stato captato dagli investitori internazionali, e poi ha colto l’opportunità di proseguire su questa strada fortunata e di consolidare il risultato. Ma non è un modello esclusivo, altre città potrebbero prendere esempio e fare lo stesso”.

 

Di sicuro, il Veneto, che vede al governo della regione il leghista Luca Zaia, sembra interessato a percorrere una strada analoga rincuorato anche dalle stime dell’Università Ca’ Foscari, che ha previsto una ricaduta su questo territorio pari a 1,4 miliardi in termini di maggior valore della produzione (la previsione della Bocconi sulla Lombardia è di circa 2,8 miliardi). Intanto, la strada per arrivare a organizzare l’apparato infrastrutturale capace di accogliere i Giochi olimpici invernali del 2026 è ancora lunga ed è molto probabile che su questo terreno si giocheranno anche sfide politiche ed elettorali locali e nazionali nei prossimi anni. Per arrivare al traguardo operatori economici e istituzioni pubbliche dovranno essere capaci di collaborare. Per esempio, a Milano è tutto pronto per cominciare i lavori dell’Arena olimpica nell’ambito del progetto di recupero urbano di Santa Giulia (Milano Sud) a cui sta lavorando la società Risanamento, che dopo le vicissitudini del vecchio azionista (Zunino) è passata sotto il controllo delle banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit). Risanamento ha appena raggiunto un accordo con il gruppo internazionale Ovg Europe per realizzare la struttura in tempo utile per l’inizio dei giochi, ma non si partirà prima dell’approvazione dell’iter urbanistico che vede coinvolta sia la Regione Lombardia guidata dal leghista Attilio Fontana sia il Comune di Milano.

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