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La recessione? Fmi e Banca d'Italia l'avevano detto

Gli scenari che il governo contestava definendoli “apocalittiche” si sono rivelati giusti

Lo avevano detto, e ovviamente le loro previsioni erano state accolte da polemiche, attacchi e dalla solita propaganda complottista. Che se Banca d'Italia e Fondo monetario internazionale dicono qualcosa va da sé che si tratta di una manovra dei “poteri forti” contro l'Italia. Oggi, però, si scopre che il nostro paese è ufficialmente in recessione. Due trimestri consecutivi in cui il pil, invece di crescere e di portarci nella nuova età del boom economico annunciata da Luigi Di Maio, è sceso. Esattamente come avevano detto i “poteri forti”.

 

Il primo a parlare era stato, lo scorso ottobre, il Fmi che aveva tagliato le stime di crescita all'1,2 per cento nel 2018 e all'1 per cento nel 2019. La crescita più bassa fra i Paesi dell'area euro. “Le stime – aveva detto il premier Giuseppe Conte – vanno riaggiornate tenendo conto della nostra nota di aggiornamento del Def”. Non sbagliava, infatti, secondo l'Istat nel 2018 il pil, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dello 0,8 per cento. Ben al di sotto di quanto previsto dal Fondo monetario. Che comunque qualche giorno fa, a Davos, aveva ulteriormente limato le previsioni di crescita per il 2019: non più 1 per cento ma 0,6. Spiegando che “il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”. Parole che erano state accolte da Matteo Salvini con il solito refrain: “Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”.

        

Più o meno in quei giorni, però, anche Banca d'Italia aveva rivisto le proprie stime per il 2019 (dall'1 allo 0,6 proprio come il Fmi) e aveva preannunciato la possibilità che nel quarto trimestre, proprio come nel terzo, il pil facesse registrare un'ulteriore perdita. “Stime apocalittiche – aveva commentato Di Maio – che arrivano dalla stessa Bankitalia che ci ha lasciato le banche in queste condizioni perché non ha sorvegliato. Non è la prima volta: sono diversi anni che non ci prende. Solo è strano. Quando d'erano quelli di prima facevano stime al rialzo, ora al ribasso”. 

     

Per la cronaca andrebbe ricordato che pure l'agenzia di rating Fitch, a dicembre, aveva tagliato le stime per il 20'18 dall'1,2 per cento all'1 per cento (comunque più di quanto certificato dall'Istat). Ma come si fa a fidarsi di quei complottisti delle agenzie di rating? Ebbene oggi si scopre che avevano ragione. Dopotutto anche il premier Conte, prima che l'Istat si esprimesse, aveva detto di attendersi “un'ulteriore contrazione del pil”. Ma come? E le stime apocalittiche? Nessun problema. Nel secondo semestre, dice il presidente del Consiglio, recupereremo. Visto quanto accaduto in questi mesi con Fmi e Banca d'Italia verrebbe da dirgli, sperando che Laura Castelli non si offenda, “questo lo dice lei”.

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