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Anche i populisti salvano le banche

Maria Carla Sicilia

Il governo ha disposto per decreto il salvataggio di Carige. Se l'aumento di capitale fallisce, i gialloverdi sono pronti a garantire nuovi bond e un'eventuale nazionalizzazione 

"Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio" è il decreto legge a firma gialloverde che ieri sera il Consiglio dei ministri ha rapidamente approvato per intervenire in soccorso di Banca Carige, in crisi dopo il fallito aumento di capitale del 22 dicembre scorso. Gli strumenti previsti sono gli stessi utilizzati durante la crisi delle banche venete – la garanzia di stato sulle emissioni dei nuovi bond della banca – e del Monte dei Paschi, con la possibilità di una nazionalizzazione attraverso una ricapitalizzazione a carico del Tesoro. Il ricorso a entrambi è subordinato a un nuovo tentativo di ricapitalizzazione interno ai soci, che solo se dovesse fallire aprirebbe la strada agli altri due scenari. In ogni caso aver previsto diversi livelli di intervento potrà permettere l'avvio tempestivo di ognuno di questi, così che risparmiatori e correntisti di Carige risultino coperti in ogni eventualità. 

     

Fino a ora il silenzio del governo sulla questione aveva preoccupato gli osservatori, viste le posizioni assunte dai due partiti di maggioranza Lega e M5s nei casi delle precedenti crisi bancarie. Ma di fronte alla realtà del rischio default dell'istituto genovese, i due vicepremier in carica non hanno potuto rigettare la proposta di intervento del ministro Giovanni Tria e del premier Giuseppe Conte, nonostante questo significhi contraddire ogni precedente posizione assunta in tema di salvataggi bancari. Il decreto, ha spiegato Conte in una nota, serve per "offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all'amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell'impresa bancaria". 

  

  

Carige, commissariata dalla Banca centrale europea che ha scelto Pietro Modiano, già presidente, Fabio Innocenzi, amministratore delegato, e Raffaele Lener, potrà quindi "accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità" con lo stato garante sulle nuove emissioni e su finanziamenti eventualmente erogati dalla Banca d'Italia. Se le cose dovessero peggiorare è poi prevista, in via "precauzionale" l'ipotesi nazionalizzazione: "In considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta, viene prevista la possibilità per Carige di accedere – attraverso una richiesta specifica – a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili (cosiddetti scenari avversi dello stress test)", si legge nel comunicato del Cdm, che specifica come le misure siano state prese "in stretto raccordo con le istituzioni comunitarie", "nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di stato".

  

   

   

L'intervento del governo è arrivato dopo l'incontro, nella giornata di ieri, dei commissari di Carige con rappresentanti del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che attraverso il meccanismo dello schema volontario ha sottoscritto a novembre il bond subordinato da 320 milioni per rimettere in sicurezza i requisiti patrimoniali della banca. Un bond che rischia di essere troppo caro e diventare insostenibile senza un aumento di capitale. Per questo il decreto garantirà ai commissari di poter intraprendere "iniziative utili per preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale già avviato con l'intervento del Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un'operazione di aggregazione che consenta il rilancio della banca, a beneficio della clientela". 

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