Giovanni Tria (foto LaPresse)

Tria, non solo flat tax: riduzione fiscale per la classe media

Mariarosaria Marchesano

Il ministro interviene al Bloomberg Forum di Milano e annuncia un recupero del 30 per cento degli investimenti pubblici. Piazza Affari non reagisce

Milano. Chi sperava che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, desse qualche indicazione in più sul livello di rapporto tra deficit e debito pubblico che il governo intende mantenere in vista della manovra economica, è rimasto deluso. Tria, intervenuto stamattina al Forum di Bloomberg a Milano, ha dribblato i giornalisti, sia all'entrata sia all'uscita, proprio per evitare qualsiasi tipo di dichiarazione in questa delicata fase in cui l'altalena dello spread sembra rallentata e l'umore degli investitori sui mercati è tornato un po' meno cupo. Piazza Affari, che in avvio di seduta aveva aperto in territorio positivo, non ha mostrato particolari reazioni alle dichiarazioni di Tria che, sotto il profilo programmatico, sono state comunque di contenuto rilevante. “Vogliamo ridurre il carico fiscale della classe media e il nostro intervento andrà oltre la flat tax”, ha detto il capo del Mef, il quale ha parlato di un'imposta sul reddito personale che ridurrà il carico fiscale della fasce media della popolazione mantenendo un “impatto sul budget gestibile”. Altro dato importante emerso dal discorso del ministro è che il governo “deve recuperare un 30 per cento di investimenti pubblici venuti meno negli ultimi anni” e che l'ammontare complessivo di tali investimenti deve tornare a essere il 3 per cento del pil nel breve termine. Per raggiungere questi obiettivi, che servono anche per ridurre il gap di crescita che separa l'Italia dai paesi dell'eurozona, “si punta a bilanciare azioni differenti guardando al quadro più grande”. E tutte queste misure allo studio “non cambieranno l'impegno sulla riduzione del debito”, ha concluso il ministro.

  

Ferrari vuole entrare nel mercato asiatico con la “Purosangue”

Il titolo Ferrari cattura l'attenzione degli investitori sul listino di Milano (anche se senza particolari benefici fino a metà seduta) nel giorno del capital market day che si svolge a Maranello, dove è stato anticipato il nuovo piano industriale che John Elkann ha simbolicamente “affidato” nelle mani del nuovo ceo, Louis Camilleri, “un manager che comprende meglio di chiunque lo spirito dell'azienda”. Camilleri ha spiegato che tra i nuovi modelli in preparazione, una quindicina in tutto, ce ne sarà uno che avrà caratteristiche mai viste prime. Si chiamerà “Purosangue”, studiato dalla casa automobilistica per espandersi nei mercati asiatici. Sarà "un meraviglioso ibrido, sotto tutti gli aspetti degno del marchio Ferrari”. Una precisazione voluta dal ceo per specificare che ha chiesto esplicitamente di non chiamarlo Suv poiché questa parola “non va molto d'accordo col marchio Ferrari”, ma di un “veicolo unico, elegante, potente e versatile”. Per quanto riguarda un altro aspetto del piano industriale, particolarmente atteso dal mercato dopo la scomparsa improvvisa di Sergio Marchionne, Camilleri ha spiegato che entro il 2022 il 60 per cento dei nuovi modelli saranno dotati di una “motorizzazione ibrida”. “I nostri obiettivi sono ambizioni ma si basano su un programma di lanci di modelli costruito meticolosamente, sul nostro potere invidiabile di fissare i prezzi e su un appropriato livello di investimenti per sostenere le nostre iniziative chiave nel periodo di piano e oltre”, ha sottolineato Camilleri riferendosi agli obiettivi finanziari del piano industriale della Rossa che prevede, tra l'altro, di arrivare al 2022 con un risultato di termini di Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) di 2 miliardi di euro.

 

Per Allianz Global Investors mercati globali ancora in espansione nel 2018

Dall'analisi dei dati globali emerge un andamento congiunturale eterogeneo: la solida crescita negli Stati Uniti compensa la tendenza all'indebolimento proveniente da Europa, Giappone e alcuni paesi emergenti. Se si esclude l'impatto evidente su alcuni indicatori del sentiment macroeconomico, le attese ripercussioni negative sull'economia globale della guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti, per ora non sono visibili. E' in sintesi l'analisi di Allianz Global Investors che prevede per il secondo semestre 2018 “ancora una fase di espansione a livello globale moderatamente superiore al potenziale”. Per Allianz si registra, inoltre, un rialzo dell'inflazione mondiale, alimentato dal rincaro del petrolio e dall'accelerazione della crescita salariale. Dobbiamo temere, dunque, “una doccia fredda” dopo le calde temperature estive? E' la domanda che si pone Stefan Scheurer, l'analista di Allianz autore della ricerca. Ecco la sua risposta: “I mercati finanziari internazionali sembrano essersi adattati alle dispute commerciali in atto tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, con l'indice della volatilità sceso ai minimi da gennaio, ma al momento sembrano non avere una direzione precisa. In ogni caso, se si verificasse una escalation delle tensioni commerciali, l'incertezza e, di conseguenza, i premi per il rischio, potrebbero aumentare”.

Di più su questi argomenti: