Manifestazioni in Iran dopo l'uccisione di Qassem Suleimani (foto LaPresse)

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Tutto quello che dovete sapere sulla morte di Qassem Suleimani

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Le cene diventano riunioni di stato maggiore ora che il mondo rischia sviluppi militari molto pesanti dopo l'intervento degli Stati Uniti con cui è stato ucciso l'uomo forte sul terreno militare e dell'intelligence iraniana, Qassem Suleimani. Si parte dalla decisione di Donald Trump, illustrata da lui stesso, come al solito, in una serie di tweet, a cominciare dal tweet fissato.

 

 

 

E con un'altra serie di interventi presidenziali per sostenere le sue ragioni e per polemizzare preventivamente con i paesi (alcuni in Europa) che stavano tentando la strada del negoziato con l'Iran.

 

  

 

Non dimentichiamoci però, e fa bene questo account a ricordarcelo, che Trump è stato il grande sostenitore del ritiro dallo scacchiere mediorientale, del disimpegno delle forza americane da quelle contese. Mentre in passato, in altri anni elettorali, accusava altri presidenti di usare la spettacolarizzazione e la drammatizzazione politica di un attacco all'Iran in chiave elettoralistica.

 

 

 

Mike Pompeo dice che l'azione contro Suleimani è servita a bloccare un attacco imminente contro obiettivi americani (e anche osservatori indipendenti confermano questa versione).

 

 

I dubbi dalla parte più liberal dei democratici Usa.

 

  

La risposta, di prammatica, da parte iraniana.

 

 

Ma esiste anche un fronte interno, animato dalle tante proteste sociali degli ultimi mesi, delle quali si può dire che contenessero anche un parte di motivazione politica, perché si faceva discendere la crisi economica nazionale dai pesantissimi impegni di spesa e di logistica per mantenere la presenza militare e di supporto agli sciiti fuori dai confini iraniani e particolarmente in Iraq.

 

   

 

 

Un consiglio di lettura da Marta Dassù per capire meglio il ruolo di Suleimani. 

 

 

Ovviamente un ripescaggio fogliante, ma da tempi recentissimi perché il Foglio non aveva mai interrotto l'attenzione per l'attività iraniana nella destabilizzazione dell'Iraq e della Siria e aveva raccontato proprio di Suleimani.

 

   

Lettori che segnalano il tempismo del Foglio.

 

  

Un altro ritratto dall'Ansa.

 

   

La posizione italiana? Simile a quella sulla crisi libica ovvero non percepibile (sembra che si segua la linea del chi non fa non sbaglia). I parlamentari della maggioranza premono per sentire qualche parola sul tema.

 

  

Due visioni dei possibili sviluppi da Israele, quella del capo del governo e quella del quotidiano che non lo ama.

 

 

   

Il nunzio apostolico in Iran (il filo di dialogo era stato cercato e mantenuto dal Vaticano).

 

 

 

Mohamed El-Erian si intende di mercati e dà questa analisi del dopo attacco parlando con la Cnbc.

 

   

La perplessità di Carlo Calenda, organizzatore, a suo tempo, della maggiore missione commerciale europea in Iran.

 

 

Ancora un attacco con coltello, in Francia questa volta, con un morto e sospetti di terrorismo islamico.

 

   

 

Per dire, ma l'economia Usa sta rallentando (e in un anno elettorale).

 

  

I 5 stelle continuano a perdere parlamentari, oggi l'uscita di Rospi e Angiola, con ragioni politicamente argomentate.