Gad Lerner (foto LaPresse)

Dopo vent'anni la crudele dea Nemesi ha bussato alla porta di Gad Lerner

Guido Vitiello

La destra radicale si è conquistata l’egemonia culturale

La dea Nemesi ha pazientato vent’anni, mese più mese meno, ma poi si è annunciata alla porta di Gad Lerner per presentargli il conto di due antichi delitti. I fatti risalgono alla primavera del 1999, durante i bombardamenti della Nato in Serbia. Si era sull’allora RaiDue, oggi Rai Sputnik, e la trasmissione si chiamava “Pinocchio”. Fu in quegli studi che mise piede per la prima volta nella televisione pubblica italiana un rossobruno venuto dall’est – decisamente più bruno che rosso, in verità. Si chiamava Dragoš Kalajić, filosofo e pittore serbo, sodale di Aleksandr Dugin, ammiratore di Julius Evola, simpatizzante della Lega nord nella variante fascioleghista di Mario Borghezio, con occasionali puntate negli ambienti della sinistra antagonista, antiamericana e anticapitalista. Dinoccolato e signorile, aveva – bisogna riconoscerlo – una buona presenza scenica e una voce profonda. Ogni sera Kalajić s’infervorava agitando dicotomie teatralmente sconclusionate – ne rammento una: “l’Europa è la vita, l’occidente è la morte!” – tanto che su Radio Radicale il caro Massimo Bordin aveva preso a chiamarlo “il Biscardi della geopolitica”. Quando capì con chi aveva a che fare, l’incauto Lerner, con mossa forse non elegantissima, rinfacciò in diretta al suo ospite una lista di dichiarazioni nazistoidi e antisemite. Espiazione tardiva, che alla Nemesi non dev’esser parsa sufficiente.

 

 

Perché si era macchiato, Lerner, di un secondo delitto gravido di sciagure: tra le presenze fisse di “Pinocchio” c’era anche, a zonzo su una biciclettina a fare pettegole inchieste anticasta prima della “Casta”, l’inviato Mario Giordano, giovanissimo grillo parlante dalle guance ancora paffute, prima che la pratica quotidiana della ferocia santimoniosa e del farisaismo starnazzante lo prosciugasse in quel rictus esoftalmico-tiroideo. Guai a sfidare gli dèi! Oggi è proprio l’homunculus creato in laboratorio a rivoltarsi contro il suo apprendista stregone e a guidare la campagna stracciona contro il ritorno in Rai del “comunista col Rolex” Gad Lerner, prontamente rilanciata da Salvini e dai pretoriani della Verità. Per suggerire la cacciata di Lerner, Giordano si è appellato a una confidenza untuosamente ostentata con l’“amico mio” propagandista putiniano Marcello Foa, direttore della tv pubblica di un futuro paese-satellite, diciamo pure di un paese-sputnik, grande ammiratore di Dugin e invitato a presentarne l’opera maggiore, “La quarta teoria politica”, per intercessione di Diego Fusaro, un altro nodo della grande rete slavofila che parte da CasaPound e arriva fino a Giulietto Chiesa.

 

Quel che è successo, nell’infinito frattempo di questi vent’anni, è che la destra radicale si è conquistata l’egemonia culturale, pur continuando a piagnucolare contro l’egemonia comunista, e quel che resta della destra liberalconservatrice sta facendo l’impossibile per tradurre (e fraintendere) nella propria lingua la lingua sovranista, fino a gabellare Steve Bannon per una specie di jacksoniano ruspante. E non è necessario seguire in tutte le sue congetture e diramazioni il libro-inchiesta di Claudio Gatti “I demoni di Salvini” (Chiarelettere) per sottoscriverne la conclusione, inconfutabile: “Il Capitano ha reso presentabile il pensiero postnazista”, ossia il pensiero elaborato in chiave metapolitica dalle destre europee dopo il 1945. Se così non fosse, non avremmo rispettabili opinionisti che blaterano impunemente di “sostituzione etnica” senza che nessuno venga a incoronarli con un regale scolapasta. Appena un anno fa, in un bel ciclo di reportage intitolato “La difesa della razza”, Lerner aveva cercato di portare alla luce il non detto antisemita nei vaniloqui contro la finanza apolide del giovane filosofo prediletto da Salvini (“Adoro la filosofia di Fusaro”, disse il Truce estasiato in un talk-show); oggi sono gli eredi spirituali di Kalajić a presentare a Lerner la loro lista di capi d’imputazione: radical chic, elitista, buonista, immigrazionista, amico di Soros. Nemesi crudele!

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