Foto tratta dalla pagina Facebook Literatura na trzeźwo

Brague, Manent e quella civiltà in pericolo

Giulio Meotti

“Il terrore intellettuale dilaga”. I socialisti contro la conferenza di oggi al Senato francese

Roma. I senatori socialisti francesi sono arrabbiati per la presenza oggi nel Palazzo del Lussemburgo, sede del Senato, di una conferenza che il filosofo e medievista Rémi Brague e altri intellettuali, fra cui Pierre Manent dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, terranno sulla crisi dell’Europa. “Si oppone alla diversità delle famiglie”, dicono i socialisti.

 

“A seguito della nomina di François-Xavier Bellamy come capolista dei Républicains alle elezioni europee, esprimiamo la nostra determinazione a combattere ogni forma di regressione che minaccia i diritti inalienabili”. Per Guillaume Chevrollier, il senatore dei Républicains che sponsorizza la conferenza assieme all’organizzazione “One of us”, il simposio “si concentra sul futuro della cultura europea e sul risveglio delle intelligenze”. E’ coinvolta anche la Fondazione Jérôme Lejeune, che porta il nome del celebre scienziato e genetista francese che scoprì la trisomia 21 e oltranzista difensore del diritto alla vita.

 

Secondo il programma, la conferenza di oggi al Senato è presieduta dall’ex ministro spagnolo Jaime Mayor Oreja, membro del Partito popolare, e tra i relatori c’è anche Katalin Novák, segretario di Stato ungherese per la famiglia.

 

La conferenza si tiene a ridosso delle dichiarazioni rilasciate da Marlène Schiappa, ministro dell’Uguaglianza tra donne e uomini, in un’intervista alla rivista Valuers Actuelles: “Pur non volendo mettere sullo stesso piano la Manif pour tous e i terroristi islamici, credo che ci sia una convergenza ideologica”. Schiappa era partita dagli insulti antisemiti rivolti all’intellettuale e filosofo ebreo Alain Finkielkraut da alcuni gilet gialli. Lo stesso Finkielkraut a Europe 1 ha commentato così il paragone: “E’ ignobile, questo è ignobile. E’ quello che loro avrebbero voluto, cioè che la Manif pour tous sia allo stesso tempo contro l’aborto e contro di me. Il grande sogno di tutta questa sinistra benpensante è di avere un solo grande nemico, che da un lato è contro il ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ e dall’altro è contro gli ebrei. Ebbene io sono ebreo e penso che ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ sia una malattia mentale”. In questo caso Finkielkraut si riferisce all’emendamento francese che intende abolire i termini “padre” e “madre” dai formulari scolastici per sostituirli con “genitore 1 e 2”.

 

“Una piattaforma di riflessione che mirerà a chiarire la concezione della uomo su cui poggia la nostra civiltà”, scrive Rémi Brague sul Figaro lanciando il suo manifesto. Si tratta di “liberare le intelligenze europee”. “Si può sentire ovunque, a favore di certe idee, un lieve terrore, discreto ma efficace. Esclude alcune domande in anticipo, santifica i cosiddetti ‘progressi’ che dovrebbero essere irreversibili. E’ in Europa che il terrore intellettuale dilaga. Il nostro tentativo è radicato nell’eredità di tutti coloro che hanno difeso la ragione, la libertà e la dignità di ogni uomo”. Fra i firmatari c’è anche il filosofo e matematico Oliver Rey, secondo il quale “il discorso sui diritti oggi è impazzito”.

 

Brague fa il nome di San Gregorio di Nissa che, nel quarto secolo, protestò contro la schiavitù; e dei gesuiti tedeschi che, nel XVII secolo, si schierarono contro i processi per stregoneria. Conclude Brague: “Abbiamo paura che i posteri ci accuseranno di non aver assistito la civiltà in pericolo”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.