Meglio tenersi un Virus

Redazione
Decidere di ribaltare tutta l’informazione Rai è un conto, chiudere l’unica trasmissione non omologata al giornalismo televisivo collettivo, sempre un po’ sociologicamente piagnone, sempre molto “tutta colpa del liberismo”, è un errore.

Decidere di ribaltare tutta l’informazione Rai è un conto, chiudere l’unica trasmissione non omologata al giornalismo televisivo collettivo, sempre un po’ sociologicamente piagnone, sempre molto “tutta colpa del liberismo”, è un errore. Al Festival della tv di Dogliani il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha annunciato che “Virus, il contagio delle idee” non ci sarà nel prossimo palinsesto di RaiDue. Non perché CDO sia “contro i talk-show”, ma perché “bisogna piuttosto trovare la formula: conta come li fai e avere in testa a cosa servano”. “Virus” va in onda dal 2013 sotto la guida di Nicola Porro, l’unico giornalista liberista che si sia mai visto in Rai, quindi uno che dovrebbe essere coccolato da Matteo Renzi, piuttosto che allontanato, perfino quando il giudizio sull’operato del governo è critico. La trasmissione di Porro non sarà perfetta ma è l’unica nel panorama televisivo (non solo del servizio pubblico) a essersi allontanata da quella stracotta idea di talk-show che CDO vorrebbe – giustamente – riformare.

 

Porro è riuscito a fare per tre anni un programma persino controcorrente (quanti talk show parlano di terrorismo senza dire che è tutta colpa del liberismo?) senza quasi mai scivolare nel populismo consolatorio, che pure funziona quando si è a caccia di ascolti. Dire che la Rai sta lavorando con Porro per “un altro progetto”, sempre su RaiDue, di solito è l’anticamera del prepensionamento, e speriamo che non sia così. Non si tratta certo di una “epurazione”, come l’ha definita Maurizio Gasparri, ma dell’accantonamento, un po’ così, di una pluralità che ci sembra tutto sommato importante in una Rai a lungo schiava del politicamente corretto. Ripensaci, CDO!

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