La nuova politica dei due figli (unici?) in Cina, non in nome della libertà ma del bisogno di vita giovane

Annalena Benini
Se davvero il governo cinese ha deciso, per necessità, di cancellare il regolamento del figlio unico (come scriveva ieri il Guardian, riportando la notizia comparsa sul China Business News), i bambini cinesi si abitueranno a crescere con un fratello, perfino con una sorella.

Se davvero il governo cinese ha deciso, per necessità, di cancellare il regolamento del figlio unico (come scriveva ieri il Guardian, riportando la notizia comparsa sul China Business News), i bambini cinesi si abitueranno a crescere con un fratello, perfino con una sorella.

 

Due figli, infatti, sarà il nuovo limite alla libertà di nascita, due figli è la probabile concessione della Cina alla realtà, per combattere l’invecchiamento della nazione (quattrocentoquaranta milioni di over sessantenni entro il 2050, mentre la popolazione in età lavorativa scende di qualche milione ogni anno) e anche per andare incontro all’opposizione dei genitori, costretti finora a chiedere deroghe alla legge: visto che appartengo a una minoranza etnica, visto che sono figlio unico, visto che mia moglie è figlia unica, ci date il permesso di fare un altro bambino? Visto che abito in campagna, lavoro la terra, e il mio primo figlio è nato femmina, quindi non serve quasi a niente, posso riprovarci, fare un bel maschio? Tanto con l’ecografia si vede in anticipo, e se è di nuovo femmina, beh, troveremo un rimedio. Oppure, visto che sono ricco, compro la libertà di violare la legge e all’Ufficio di controllo delle nascite andrò con i soldi, pagherò il disturbo (fra i venticinquemila e i centomila euro di multa, ma  Zhang Yimou, il regista di “Lanterne rosse”, fuorilegge procreativo, tre figli dalla nuova compagna, un anno fa ha pagato novecentomila euro). E se tu resti incinta per sbaglio, ma molti anni dopo il tuo primo figlio, se c’è abbastanza distanza fra le due gravidanze, puoi ottenere una deroga, pagare un’altra multa, però poi ti sterilizzano perché hai esagerato. Forse tutto questo sta per finire, ma non del tutto e non in nome della libertà.

 

[**Video_box_2**]I demografi cinesi dicono che il figlio unico “va rottamato”, che è stata una politica fallimentare (per non dire spaventosa, tragica, un crimine contro l’umanità e soprattutto contro le donne, le preferite negli aborti selettivi e negli infanticidi, tanto che adesso in Cina ci sono troppi maschi rispetto alle femmine), ma è qualcosa che si è infilato, dal 1979, dentro i cervelli delle persone, dentro la visione del mondo: su ventun milioni di coppie, soltanto settecentomila l’anno scorso hanno chiesto l’autorizzazione ad avere un secondo bambino (mentre lo stato era disposto ad accogliere due milioni di richieste), un po’ per il terrore di tuffarsi nella burocrazia cinese, un po’ per la convinzione culturale che sia più giusto crescere un solo piccolo imperatore, un bambino senza fratelli con cui dividere i giocattoli e la cameretta, un unico giovane favoloso a cui dedicare tutti gli sforzi, i sacrifici, le pappe e le ambizioni. Un figlio unico, su cui concentrare le speranze e le lezioni di violino, un bambino solo da spingere in altalena. Se adesso, alla fine del 2015, la concessione alla vita nuova cinese raddoppierà, cambierà anche il mondo dei non più figli unici. Si troveranno un fratello o una sorella in braccio alla madre, in cucina, nella carrozzina, seduto su un tappeto a giocare con i cubi. Si abitueranno ai pianti, al fracasso, ai dispetti, al letto a castello. Cresceranno meno nevrotici, meno spaventati, forse anche più capaci di cambiare la testa dei loro genitori, e dei figli che verranno. Faranno, a un certo punto, una rivoluzione di fratelli e sorelle, e nessuno oserà più mandare i funzionari dell’Ufficio di controllo delle nascite nelle case. Nessuno oserà più dire a un cinese che gli sono concessi al massimo due figli.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.