Giggino non lo sa, ma del “partito di Bibbiano” fanno parte anche i grillini

Ermes Antonucci

Gli assistenti sociali coinvolti nel caso appartengono alla onlus “Hansel e Gretel”, una delle undici associazioni scelte dal M5s del Piemonte come destinatarie di una donazione

Roma. “E allora Bibbiano?”. I nostrani sovranisti alle vongole hanno il loro nuovo mantra per cercare di sviare l’attenzione dal caso dei presunti affari della Lega in Russia e dai problemi che circondano la maggioranza gialloverde. La soluzione è semplice: strumentalizzare politicamente l’inchiesta esplosa a Reggio Emilia (quindi nella “regione rossa” dell’Emilia-Romagna) sulla presunta sottrazione di minori dalle proprie famiglie sulla base di finti abusi, anche a costo di risultare ridicoli.

 

Tutto parte dal coinvolgimento nell’inchiesta di Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, città in cui aveva sede la struttura pubblica in cui operavano assistenti sociali e psicoterapeuti ora indagati. Anche Carletti, esponente del Pd, è indagato, ma non per i presunti maltrattamenti che sarebbero stati compiuti sui minori, bensì per abuso d’ufficio e falso in relazione all’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute con i bambini.

 

Nonostante ciò, quando è esplosa l’inchiesta, lo scorso 27 giugno, il vicepremier e capo politico del M5s, Luigi Di Maio, non ha esitato a sfruttare la vicenda per chiamare in causa il Partito democratico: “Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta a Reggio Emilia e per cui oggi – oltre a una ventina di indagati – è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti del Pd”, scrisse Di Maio sul Blog delle Stelle, aggiungendo pure che “quello che viene spacciato per un modello nazionale a cui ispirarsi sul tema della tutela dei minori abusati, il modello Emilia proposto dal Pd, si rivela oggi come un sistema da incubo: bambini selezionati e sottratti illegittimamente alle famiglie, per poi venire consegnati in una sorta di affido horror a personaggi discutibili, tra i quali titolari di sexy shop, pedofili, gente con problemi mentali”.

 

Da allora, grazie anche al tam tam mediatico dei giornali di area sovranista e dei sostenitori gialloverdi, il caso Bibbiano ha riempito le pagine dei social network, conoscendo un’improvvisa impennata negli ultimi giorni, in concomitanza con l’emergere del “Russiagate” in salsa leghista. “Volete che Salvini riferisca in Parlamento sui rapporti con Gianluca Savoini? Piuttosto spiegateci cosa faceva il Pd a Bibbiano con i poveri bambini”, è il concetto espresso dal popolo del web sovranista. Il trionfo del benaltrismo, condito pure da vignette e hashtag indegni (come #PDofili).

 

Martedì scorso, Salvini è tornato a commentare la vicenda (“Manipolare e cancellare i ricordi dei bimbi, falsificare i loro disegni, inventarsi abusi sessuali, strapparli dalle loro famiglie. Tutto questo per alimentare un business da milioni di euro… Che schifo”), ma è soprattutto il M5s ad alimentare la propaganda sul caso. I parlamentari grillini chiedono l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli allontanamenti dei minori dalle famiglie e sugli affidamenti nelle comunità, e in un’intervista rilasciata giovedì al Corriere della Sera, Luigi Di Maio ha promesso che il M5s non farà “mai alleanze con il partito di Bibbiano”, facendo intendere nuovamente che il sindaco del Pd sarebbe coinvolto nei maltrattamenti. In realtà, vale la pena ripeterlo, il sindaco Carletti è indagato soltanto per abuso d’ufficio e falso. Insomma, usando la logica di Di Maio, saremmo autorizzati a parlare anche di un vergognoso “partito di Roma”, visto che la sindaca grillina della Capitale, Virginia Raggi, risulta indagata per gli stessi reati.

 

In questa propaganda moralista, però, Di Maio e i grillini sembrano dimenticare un dettaglio importante. Gli assistenti sociali coinvolti nel caso di Bibbiano, infatti, appartengono alla onlus “Hansel e Gretel”, con sede a Moncalieri, a Torino. Ebbene, la onlus è tra le undici associazioni che lo scorso maggio sono state scelte dal Movimento 5 stelle del Piemonte come destinatarie di una donazione di 195 mila euro, ricavati dalle restituzioni che ogni anno i consiglieri regionali sottraggono dal loro stipendio. “Un aiuto concreto per realtà importanti della nostra regione che, in molti casi, svolgono un ruolo fondamentale che altrimenti non sarebbe svolto dagli enti pubblici”, dichiararono il 23 maggio i consiglieri regionali grillini del Piemonte, prima di posare per una foto ricordo impugnando il gigantesco assegno. Un mese prima dello scoppio dell’inchiesta, quindi, il M5s ha contribuito con una donazione al lavoro della onlus coinvolta a Bibbiano. Di Maio forse non lo sa, ma dell’inquietante “partito di Bibbiano” fanno parte gli stessi grillini.

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