Giuseppe Conte a Genova (foto LaPresse)

Il governo insiste: via la concessione ad Autostrade. Ma per farlo dovrà pagare una penale

Redazione

Conte annuncia l'avvio dell'iter. La replica di Atlantia: "Ci spetta il valore residuo". Di Maio: "Non pagheremo"

E' iniziato uno scontro che potrebbe avere gravi conseguenze tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la società Atlantia, che controlla Autostrade per l'Italia. Ieri il premier ha confermato di volere revocare la concessione, mentre Atlantia stamattina ha replicato che al momento non è possibile appurare delle responsabilità sul crollo del ponte Morandi. In apertura di Borsa, la società non ha fatto prezzo e ha perso il 20 per cento.

 

"Il governo non può attendere" 

"Il governo è con Genova e i genovesi. In queste ore difficili per la città, questo è il messaggio che vogliamo lanciare alle istituzioni locali e alla popolazione colpita dalla tragedia del crollo di parte del ponte Morandi". Su Facebook il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha spiegato le misure che il governo ha preso e quelle che proporrà nei prossimi giorni dopo il disastro del ponte di Genova. "In un Consiglio dei ministri straordinario, svolto questo pomeriggio nella sede della Prefettura del capoluogo ligure, abbiamo deciso – prosegue il premier – di adottare immediatamente alcuni primi importanti provvedimenti per fronteggiare l'emergenza e garantire nel più breve tempo possibile la messa in sicurezza dell'area e l'assistenza alle persone coinvolte. Abbiamo dichiarato lo stato di emergenza per 12 mesi, previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro per i primi interventi urgenti. Nomineremo un commissario ad hoc per la ricostruzione".

  

 

Il presidente del Consiglio ha confermato quanto annunciato nelle ore precedenti dai suoi ministri – Toninelli e Di Maio – sulla revisione delle concessioni ai privati sulla gestione delle autostrade italiane. "E' chiaro – ha scritto Conte – che ci sono responsabilità e la giustizia dovrà fare il proprio corso per accertarle. Ma il nostro governo non può rimanere ad aspettare. Per questo abbiamo deciso di avviare le procedure di revoca della concessione alla società Autostrade, sulla quale incombeva l'obbligo e l'onere di curare la manutenzione del viadotto. Dovere del governo è di fare viaggiare i cittadini in sicurezza. Tragedie simili non devono ripetersi. Mai più.

 

"Sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali" per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, ha ribadito anche stamattina il vicepremier Luigi Di Maio, intervistato su Radio 24. "Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano".

  

Conseguenze per gli obbligazionisti

L'annuncio del governo "è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto", è stata la replica arrivata con un nota di Atlantia, la società che controlla Autostrade per l'Italia. La concessionaria si è detta "fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell'ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi". "E' una fiducia che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali. Peraltro non è possibile in questa fase formulare alcuna ipotesi attendibile sulle cause del crollo", ha detto la concessionaria. La società "sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree" e "continuerà a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile o disagi causati dal crollo". "Pur considerando che anche nell'ipotesi di revoca o decadenza della concessione (secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate) spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili, le modalità di tale annuncio possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti della società".

  

"10-20 dispersi"

Intanto procedono le operazioni di recupero dei corpi dalle macerie. Il bilancio dei morti è fermo a 38, mentre i feriti sono 15, 9 dei quali in codice rosso. "I dispersi potrebbero essere ancora 10 o 20 oltre alle 38 persone su cui stanno facendo l'esame esterno delle salme", ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. I soccorritori hanno lavorato tutta la notte ma ormai è quasi del tutto tramontata la speranza di trovare altri superstiti. Ieri, il prefetto Bruno Frattasi aveva ammesso che dalle macerie non si avvertono voci o segni di vita. E poi ci sono oltre 600 sfollati dalle case a ridosso dei punti di caduta del ponte sul greto del Polcevera. Il governo, sempre per bocca di Conte ha assicurato che starà vicino a chi è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione. Infine la viabilità, che resta complicatissima: il ponte Morandi era uno snodo chiave nei collegamenti nord-centro dell'Italia, versante tirrenico, oltre che con il confine francese e unire Levante e Ponente dell'area genovese. Il governo ha indetto per sabato una giornata di lutto nazionale per le vittime del crollo. 

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