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A Genova serve un governo che agisca con responsabilità, non con la propaganda

Redazione

Il premier Conte ha detto che non si possono aspettare i tempi della giustizia. L'importante è che non sia solo una giustificazione per togliere la concessione ad Autostrade, senza dare risposte concrete

Dopo il crollo del ponte Morandi il governo centrale, l'amministrazione ligure e quella genovese devono affrontare un’emergenza spaventosa. Oltre alle demolizioni necessarie per ragioni di sicurezza e alla sistemazione di chi ha perso la casa, oltre alla ricerca delle vittime del crollo, è necessario evitare il collasso dell'interporto, trovando il modo di fare uscire i container in direzione del sistema autostradale, ripristinare in qualche modo il traffico in città e progettare rapidamente una soluzione che reintegri anche nel cruciale nodo genovese la rete autostradale.

 

Il presidente Conte ha affermato che l’obbligo di garantire la sicurezza del traffico è prevalente e che quindi non si può attendere il giudizio della magistratura sulle responsabilità. Se è per reagire immediatamente con iniziative costruttive e risolutive, benissimo. Se serve solo a giustificare la scelta di revoca della concessione ad Autostrade, che non risolve il problema pratico e lo può persino complicare, invece no.

  

In situazioni di emergenza così stringenti chi governa ha la possibilità di decidere senza troppe pastoie, ma questo surplus di autorità si giustifica solo se poi nei fatti si dimostra di avere agito rapidamente e concretamente per risolvere la crisi. Dal punto di vista pratico, ancora non si conoscono gli orientamenti del governo, il che è comprensibile ma non può protrarsi più di qualche giorno. Che strada si sceglie per ripristinare la viabilità genovese? Un nuovo viadotto più sicuro? L’attuazione a tempi di carica della gronda a nord del centro urbano? Soluzioni intermedie in attesa che una di queste due opzioni venga scelta e implementata? Una volta deciso il percorso operativo, naturalmente con l’aiuto di esperti, bisogna trovare l’operatore. Può essere la stessa concessionaria o bisogna ricorrere a un altro soggetto imprenditoriale? Con una chiamata diretta o con una gara di appalto, che sarebbe naturalmente lunga e controversa? Sono domande pratiche che non sottintendono alcun pregiudizio politico. Sono i fatti a imporre al governo di rispondere, esercitando il suo potere e la sua responsabilità. Su questo sarà giudicato, e non solo dai genovesi.