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Di Maio scrive ai suoi: "Su Autostrade avanti tutta". Ecco la mail ai parlamentari

Valerio Valentini

"La giusta causa per la revoca delle concessioni? Sono i 39 morti", dice il vicepremier a deputati e senatori del M5s. Operazione di motivazione delle truppe, dai forti toni propagandistici

Il messaggio, teoricamente, sarebbe di quelli riservati: una mail inviata da Luigi Di Maio ai parlamentari. Eppure tutto, nel testo firmato dal vicepremier grillino, lascia presupporre che sia più un tentativo di motivare le truppe, in gran parte acquartierate in villaggi vacanze o in baite di montagna, che non un'iniziativa finalizzata a condividere con deputati e senatori la strategia da adottare. Ma insomma, Di Maio ci tiene a comunicare ai suoi che non c'è alcuna intenzione di recedere dai bellicosi propositi annunciati nei giorni scorsi. "L'atto di revoca" delle concessioni, si legge, "è stato annunciato dal presidente del consiglio in persona, e lo sta istruendo direttamente insieme al ministro Toninelli e li ringrazio a nome di tutto il Movimento per quello che stanno facendo in questi giorni".

 

Avanti tutta, insomma. Nell'ordine, il ministro dello Sviluppo conferma di voler procedere alla "revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia", all'applicazione delle "sanzioni" e alla richiesta di "risarcimenti per centinaia di milioni di euro". Risarcimenti, precisa Di Maio, "che sono soldi dovuti, non concessioni da barattare con l'eventuale revoca": e questo, se non è una sorta di excusatio non petita, allora è un messaggio indiretto inviato agli alleati della Lega, che invece sarebbero disposti ad abbandonare l'ipotesi dello scontro frontale. Non solo: il capo grillino precisa che il governo desecreterà "tutti i contratti dei concessionari autostradali" così da "mostrare questa vergogna al mondo intero". E non basta, perché tra gli obiettivi che Di Maio promette di applicare c'è anche questo: "Chiederemo a tutti i funzionari pubblici che hanno incarichi a vario titolo, anche dentro Autostrade per l'Italia, di dimettersi da uno dei due ruoli". Infine, "supporteremo anche con un decreto legge, se servirà, la Regione Liguria e il Comune di Genova per l'emergenza che stanno attraversando".

 

Ma al di là dei punti programmatici, già tutti anticipati nelle innumerevoli dichiarazioni rilasciate alla stampa nei giorni scorsi da Di Maio e Toninelli, quello che colpisce, nella mail, sono soprattutto i toni. Di Maio sembra quasi volere convincere i suoi parlamentari della giustezza delle azioni intraprese, dissipare ogni possibile scetticismo. E nel farlo, delegittima tutti gli oppositori e liquida tutte le critiche con un'arroganza da capopolo, indifferente alle leggi e alle procedure. Quando parla della revoca delle concessioni ad Austostrade, il vicepremier si esprime così: "La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti. E ogni volta che qualcuno come Consob o qualche professorone ci dirà che dobbiamo stare attenti ai mercati e agli iter burocratici, rispondetegli che se vogliono possono andarlo a dire alle famiglie delle vittime". Quando fa riferimento ai Benetton, scrive: "Non è un caso che i loro contratti siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi". Gli ex presidenti del consiglio? Ecco cosa dice di Enrico Letta: "Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo, oggi o lavorano per Autostrade per l'Italia o sono loro consulenti. Uno su tutti Enrico Letta, ex presidente del consiglio, passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani".

 

Qui in calce, il testo integrale della mail.

 

Ciao a tutti. Per 5 anni dall'opposizione abbiamo combattuto contro i privilegi di Autostrade per l'Italia, che gestivano e gestiscono le nostre autostrade senza gare e con doveri contrattuali ridicoli. Non è un caso che i loro contratti siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi. Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo, oggi o lavorano per autostrade per l'Italia o sono loro consulenti. Uno su tutti Enrico Letta, ex presidente del consiglio, passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani. Sono anni che i nostri parlamentari, guidati dal nostro senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, ad ogni legge di bilancio hanno provato a fermare le marchette ai concessionari autostradali. Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l'Italia. Il bilancio, per ora, è di 39 morti, con famiglie distrutte, feriti, gente che magari resterà in carrozzella per tutta la vita, oltre 600 sfollati che si vedranno la casa abbattuta. A tutte queste persone dobbiamo delle risposte concrete, non solo il cordoglio. E su questo il governo intero non arretrerà di un millimetro. Ecco come vogliamo procedere:


1. Revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia. La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti. E ogni volta che qualcuno come Consob o qualche professorone ci dirà che dobbiamo stare attenti ai mercati e agli iter burocratici, rispondetegli che se vogliono possono andarlo a dire alle famiglie delle vittime. Noi agiremo subito. L'atto di revoca è stato annunciato dal presidente del consiglio in persona, e lo sta istruendo direttamente insieme al Ministro Toninelli e li ringrazio a nome di tutto il Movimento per quello che stanno facendo in questi giorni.
2. Applicheremo sanzioni e chiederemo risarcimenti per centinaia di milioni di euro, che sono soldi dovuti, non concessioni da barattare con l'eventuale revoca.
3. Desecreteremo tutti i contratti dei concessionari autostradali e mostreremo questa vergogna al mondo intero.
4. Chiederemo a tutti i funzionari pubblici che hanno incarichi a vario titolo, anche dentro Autostrade per l'Italia, di dimettersi da uno dei due ruoli.
5. Supporteremo anche con un decreto legge, se servirà, la Regione Liguria e il Comune di Genova per l'emergenza che stanno attraversando. Domani saremo ai funerali solenni delle vittime del ponte Morandi. Abbiamo voluto i funerali solenni, decisi nel consiglio dei ministri, perché pensiamo che sia il minimo atto di vicinanza alle vittime, ma non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza, anche in dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti.


Ci vorrà tanto tempo per invertire la rotta e togliere la mangiatoia pubblica a questi prenditori, ma siamo stati votati proprio per questo.


Grazie a tutti per il vostro lavoro anche in questi giorni che avrebbero dovuto essere di un po' di riposo e tempo per le nostre famiglie. Saranno giorni per cuori forti, in alto i cuori!


Un abbraccio, Luigi