Vendesi Cenacolo, Fatto
Il curioso scoop del Fatto (non possiamo pensare sia una fake news)
Dopo aver per mesi aiutato il governo del cambiamento a turlupinare l’Europa mentre provava a venderle il Colosseo come controvalore ipotecario di una manovra da suicidio, ieri il giornale che si chiedeva con à plomb “Chi ha vinto e chi ha perso”, come se non fosse chiaro chi l’ha preso nelle mele, ha tentato un’altra vendita truffalda, da far strabuzzare gli occhi: vendiamo il Cenacolo di Leonardo.
In un articolo a firma Angelo Molica Franco dedicato alle iniziative per il cinquecentenario del Genio da Vinci, un tantino scombicchierato nel mescolare “irrinunciabili polemiche scioviniste” e dispute sui prestiti museali già risolte, a un certo punto salta fuori la notiziona, lo scoop (mica si può pensare sia una fake news) che ribalta il mondo e il nostro modello di conoscenza artistica: “Dalle pagine de la Nouvelle Republique”, si legge, l’assessore alla cultura di Amboise “annuncia il prestito de L’ultima cena che uscirà per la prima volta dall’Italia”. Cazzarola, questo sì che è un botto: e come uscirà?
Da sola con quel che resta del Refettorio dei domenicani, o con tutta la chiesa di Santa Maria delle Grazie appresso? E’ così un botto, che i bravi giornalisti del Fatto l’hanno infilata pari pari in un sommario. Si è andati a controllare sul giornale di Amboise: trattasi di una copia su arazzo della Last Supper opera dell’artista fiammingo Pieter van Aelst, conservata ai Musei Vaticani. E niente, rimaniamo fermi alla vendita del Colosseo. Col Cenacolo, o gli Scrovegni, proveremo alla prossima manovra. Buon Natale anche a Totò e Peppino.
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